Ovvero, perché i posteri ricorderanno questo momento quando tratteranno del driver assoluto della transizione tecnologica nella storia della pedagogia.
Iniziamo sin da subito con una precisazione perché l’Università Telematica Pegaso era presente alla kermesse cinematografica in laguna già dalla Settantacinquesima edizione. Quest’anno, dalla Pegaso Lounge dell’Hotel Excelsior del Lungomare Marconi l’Università ha esordito in diretta streaming il 3 settembre con il talk “Fare innovazione, ovvero cogliere nuove opportunità”. Attraverso la moderazione della giornalista Barbara Carfagna, in collegamento con il presidente Danilo Iervolino ed il direttore scientifico dell’ateneo Francesco Fimmanò c’erano il presidente de La Biennale Roberto Ciccuto, l’ad di Rai Cinema Channel Paolo Del Brocco ed il direttore del TG La7 Enrico Mentana.
Si è parlato di innovazione tra professionisti della formazione, della comunicazione e dell’informazione. Lo si è fatto da Venezia mentre era in corso la Settantasettesima edizione di quella che universalmente è stata consacrata come “La Mostra del Cinema”. In un momento eccezionale.
Ed in questa cornice, durante lo scambio dialettico, è irrotto il messaggio di Danilo Iervolino che sulla scorta di un’avventura di formazione universitaria con 100mila iscritti soltanto nel 2020 si è rivolto con una sola espressione per annoverare un ventaglio di ambiti che dell’innovazione – parola questa foriera di opportunità – necessitano fortemente.
“Essere la rivoluzione digitale, il cambiamento rappresentano un vero e proprio stato d’animo. – Le prime parole dell’innovatore Iervolino – Il cambiamento non deve far paura. Deve essere accettato, ma non dogmaticamente. Perché siamo di fronte ad un cambiamento non evolutivo o lineare, bensì rivoluzionario”.
“Quando da giovane startupper dodici anni fa ho pensato di cambiare il paradigma di un settore ingessato, incrostato, refrattario all’innovazione come quello dell’università – è la disamina – rendendolo flessibile, ibrido, contaminativo, dialogante con le forze produttive e le parti sociali mi sono trovato di fronte ad una rivoluzione epocale”.
A distanza di un decennio vorticosamente la rivoluzione digitale impattava su tutto ed i numeri lodavano i meriti di chi da Napoli, veicolando quell’impulso all’innovazione, si presentava come colui che aveva sparigliato le carte che sin qui avevano tramandato quali fossero le regole auree della pedagogia e delle pratiche di apprendimento.
Dunque, Danilo Iervolino dapprima un semplice innovatore adesso un driver che aveva veicolato la forza di cambiamento. La formula appariva chiaramente: flessibilità del processo e capitalizzazione dei risultati attesi. Ma il presidente dell’Università Pegaso eleva quella stessa “flessibilità” dell’apprendimento a filosofia applicabile ad un contesto produttivo generale . “Riteniamo – afferma Iervolino – che il settore cinematografico ma più in generale della cultura, del sistema produttivo culturale, che pesa circa il 6 percento del PIL del Paese debba ammodernarsi e debba farlo anche velocemente. Bisogna fare delle scelte coraggiose. Appunto coraggiose, perché sono cambiati i modelli distributivi, le norme, le forme di comunicazione. È cambiato un po’ tutto”.
In definitiva, l’appello all’adozione del modello noto come “Eduinfotainment” da parte dell’intero settore culturale, proprio come optato a suo tempo da Pegaso per una sinergia tra “Educazione, informazione ed intrattenimento”.
Venezia, il passo verso la consacrazione culturale
“Siamo presenti qui a Venezia perché vogliamo portare i nostri studenti a toccare con mano questo mondo, ricco, straordinario, anche fatato visto dall’esterno ma difficile. Perché, parafrasando un nostro cantautore, uno su mille ce la fa. Bisogna avere il talento ma poi bisogna scaricarlo a terra. Racconto sempre ai giovani startupper che bisogna avere testa per aria ma anche i piedi per terra. Bisogna essere geniali ma anche ferocemente concreti per raccogliere i risultati”.
Con l’inanellamento di un risultato dopo l’altro, il gruppo formato da Università Telematica Pegaso ed Universitas Mercatorum – quest’ultima in partnership con le Camere di Commercio – è in dirittura d’arrivo, ed a buon titolo, verso una vera e propria consacrazione nel panorama culturale nazionale ed internazionale: perché l’ambizione è quella adesso di svegliare la società dal momento che protocolli atavici frenano i ritmi del nuovo presente.
A maggio, il presidente Iervolino in un saggio pubblicato dalla Harvard Business Review Italia con “La Rivoluzione dell’e-learning” discorreva sulla necessità di uno studio organizzato alla stregua di un abito sartoriale attraverso un’educazione calibrata in relazione al discente, tratteggiando le bordature di uno studio olistico, ed in generale di una nuova pedagogia.
A luglio, il direttore scientifico dell’Università Telematica e dell’Universitas Mercatorum Pegaso Francesco Fimmanò sempre sulle pagine di quella stessa rivista, che brilla per autorevolezza, pubblicava “Non smetteremo mai più di essere studenti: è questa l’università del futuro”. Fimmanò metteva in discussione il proprio status accademico, proponendosi come un eterno studente “nel corso di quell’evento dinamico quale è la nostra esistenza” per la rivoluzione universitaria totale.
Ancora prima di Venezia77, a cavallo tra la primavera e l’estate di quest’anno convulso, due importanti anime di Pegaso conquistavano pagine di letteratura scientifica discutendo a proposito del nuovo modello pedagogico ed interrogandosi sui confini del presente. Nel mezzo, l’11 giugno l’Università Telematica Pegaso presentava la propria offerta per l’anno accademico 2020-2021 “con 11 corsi di laurea e 500 tra master, corsi di perfezionamento ed alta formazione, corsi singoli e certificazioni”.
Ed ancora, qualche giorno prima – il 7 giugno – il presidente Iervolino rispondeva al ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi a proposito dell’organizzazione universitaria a partire dall’odierno settembre e sulla grottesca soluzione di pannelli in plexiglass tra le scale delle aule universitarie: “Non si può più parlare di vecchi anfiteatri del sapere refrattari alle nuove tecnologie. Penso che un po’ tutte le università abbiano abbracciato i nuovi linguaggi semplici, ibridi, contaminativi del web”.
Infine, il 18 giugno Danilo Iervolino prendeva parte agli Innovation Days del Sole24Ore per raccontare attraverso il primo quotidiano economico italiano “L’Italia che riparte” dopo la pandemia in compagnia di una selezionatissima pletora di imprenditori, accademici e rappresentanti della società civile che convogliavano quanto di buono esista in questo Paese per il rilancio dopo la tempesta.
“Noi negli ultimi tre mesi – affermava con fierezza Iervolino – abbiamo registrato un aumento delle iscrizioni pari al 35 percento rispetto all’anno precedente. In media ogni anno cresciamo del 30 percento”. E a proposito del periodo: “Abbiamo aiutato ad avvicinarsi allo studio tante persone, anche perché l’investimento più fruttuoso per i giovani, per i lavoratori, per tutti coloro che vogliono riconvertire le proprie competenze è sicuramente la formazione”.
Il momento storico del gruppo Multiversity
Abbiamo parlato di un gruppo che con l’Università Telematica Pegaso e l’Universitas Mercatorum comprende la Pegaso International con ambizioni di formazione nei contesti comunitario ed internazionale e la Scuola Principe di Napoli, con sede ad Agerola e specializzazioni universitarie nei settori della gastronomia e del turismo.
E ancora, oltre i numeri, abbiamo trattato di un gruppo che attraversa il momento dell’assoluta determinazione nazionale riempiendo a qualunque livello un vuoto intrecciando segmenti da tempo non più comunicanti e rilanciando le connessioni necessarie tra mondo accademico ed imprenditoria perché la cultura – e qui rompiamo un dogma – deve condurre alla generazione di una società economicamente profittevole, in qualunque contesto.
Foto di Stephen Walker; fonte unsplash.com