Fate lavorare le donne e metterete le ali al Paese. Un maggior numero di occupate aumenterebbe le entrate fiscali, stimolerebbe la domanda dei servizi, ridurrebbe il rischio di povertà delle famiglie. Non lo diciamo noi, lo dicono i numeri. Una ricerca di Goldman Sachs sostiene che se la percentuale di donne impegnate raggiungesse quella degli uomini, gli aumenti del Pil arriverebbero fino al 13 per cento nell’Eurozona. Assumere donne, anche (e soprattutto) in ruoli apicali è, quindi, al di là di ogni retorica, una precisa strategia d’impresa. Eppure, l’Italia nonostante le recenti norme in materia di pari opportunità, continua ad essere fanalino di coda dell’Europa. Difficile entrare nel mercato del lavoro, difficile oggi più di prima conciliare i ruoli familiari con quelli lavorativi. Le eccezioni, per fortuna, esistono e le sorprese arrivano proprio da dove non te lo aspetti, per esempio da una città come Napoli, non certo famosa per i dati sull’occupazione e per il welfare. Qui, a piazza Trieste e Trento, a pochi passi da piazza Del Plebiscito, in quello che fu il seicentesco palazzo del cardinale Zapata, ha la sua principale sede amministrativa l’Università Telematica Pegaso. Varchi la porta d’ingresso e ti trovi proiettato in una realtà giovane, frizzante, all’avanguardia e soprattutto “donna”. Il 70 per cento dei dipendenti, infatti, è di sesso femminile ed ha un’età media di 30 anni.

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