Esattamente 78mila sarebbero stati i nuovi contagiati soltanto nel periodo tra il 6 aprile ed il 9 maggio se la popolazione italiana non avesse indossato i dispositivi di sicurezza.
A rivelarlo è uno studio statunitense finanziato dalla Robert A. Welch Foundation e condotto da un team di ricercatori tra i quali spicca Mario J. Molina, professore presso l’università della California a San Diego e già premio Nobel per la chimica nel 1995.
Lo studio
Il team di ricercatori – con Molina, Renyi Zhang del dipartimento di scienze atmosferiche, Annie L.Zhang e Yixin Li del dipartimento di chimica dell’Università del Texas, e Yuan Wang del dipartimento di scienze geologiche e planetarie dell’università della California – ha analizzato come facilmente il virus sia trasmissibile da individuo a individuo, con un focus specifico sui trend di contagio in Cina, Italia e nello stato americano di New York.
In particolare, gli scienziati hanno scoperto come l’utilizzo delle mascherine abbia ridotto il numero di possibili nuovi contagi di 78mila unità in Italia dal 6 aprile al 9 maggio e di altrettanti 66mila tra il 17aprile ed il 9 maggio a New York.
I commenti dei coautori
Molina sui risultati dello studio: “Il nostro studio stabilisce chiaramente che l’uso di una maschera facciale non è solo utile per impedire alle goccioline di tosse infette di raggiungere persone non infette, bensì esso diventa cruciale per queste persone non infette di non respirare le minute particelle atmosferiche che le persone infette emettono quando parlano e che possono rimanere nell’atmosfera per decine di minuti, viaggiando per decine di piedi di distanza”.
A suggello, di quanto costatato anche Renyi Zhang dello stesso avviso: “Questa pratica – ovvero, indossare mascherine – unitamente al distanziamento sociale ed altre procedure, rappresentano gli strumenti più importanti per arrestare l’epidemia da Covid-19 in corso”.
©[Oksana Mironova]/123RF.COM