Paesi Bassi, Danimarca e Norvegia risultano essere i migliori paesi nei quali “essere bambino” su di un elenco di 38 paesi del Mondo ad alto reddito. Lo studio, organizzato dal Centro di Ricerca Innocenti dell’Unicef – Report Card 16 ‘World of Influnce’ -, rileva come oggigiorno “suicidi, infelicità, obesità e scarse capacità in campo sociale siano diventate caratteristiche fin troppo comuni fra i bambini nei paesi ad alto reddito”.

La situazione in Italia

“L’Italia – è il commento del presidente di Unicef Italia Francesco Samengo a fronte dei dati del rapporto numero 16 – si posiziona diciannovesima su trentotto stati per quanto riguarda i risultati complessivi sul benessere dei bambini e soltanto trentaquattresima su quarantuno paesi per quanto riguarda le politiche e le condizioni che generano benessere”.

Dati sicuramente non confortanti ma al cui interno sono presenti alcune eccezionalità: l’Italia è infatti il nono paese per “salute mentale” con un grado di soddisfazione generale della vita tra la popolazione quindicenne che si attesta complessivamente al 76 percento – la media tra i paesi è del 75,7 percento –.

Con riferimento ai suicidi, come evidenziato dallo stesso direttore Samengo “il tasso è di 2,5 casi ogni 100mila abitanti, a fronte di una media di 6,5 ogni 100mila”.

Non si può invece esultare quando associamo ai discorsi sul benessere dei bambini la “salute fisica” perché “preoccupano i tassi di sovrappeso e obesità dei bambini. L’Italia è trentunesima, con il 36,9 percento dei bambini e dei ragazzi tra i 6 ed i 19 anni in questa situazione”.

Posizione di mezza classifica sul capitolo “competenze”: siamo dietro – 58 percento dei quindicenni  – alla media dei paesi ricchi – 62,3 percento – su lettura e matematica di base.

La fotografia di un fallimento

Analizzando fattori quali “salute mentale e fisica”, “competenze di base” e “stato dei progressi” con dati precedenti al periodo della pandemia, il rapporto come rileva la direttrice dell’Unicef Innocenti Gunilla Olsson evidenzia come i paesi analizzati, sebbene ricchi, pur disponendo delle risorse necessarie per garantire un infanzia felice ai bambini “stiano fallendo questo obiettivo”.

Dunque, arriva la visione in divenire da parte della direttrice Olsson: “A meno che i governi non intraprendano azioni rapide e decise per proteggere il benessere dell’infanzia nell’ambito delle loro risposte alla pandemia, dobbiamo continuare ad aspettarci un’impennata dei tassi di povertà minorile, un deterioramento della salute mentale e fisica ed un crescente divario di competenze tra i bambini”.

Pertanto, con considerazioni su una situazione già grave pre-Covid, bisogna soltanto auspicare un’inversione di rotta dopo l’ondata pandemica: “Il sostegno ai bambini ed alle famiglie è gravemente inadeguato. Bisogna fare di più per garantire ai bambini un’infanzia sicura e felice, adesso”.

Foto di Aaron Burden; fonte unsplash.com

LEGGI ANCHE:

Inizia la scuola. Il ministro: “Abbiamo una storica responsabilità”

Onu su crisi scuola, il segretario Guterres: “Di fronte, una catastrofe generazionale”

Covid, l’allarme della Banca Mondiale: 60 milioni rischiano povertà estrema

Covid, PIL paesi OCSE: “Crollo senza precedenti”

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here