Oltre che di quantità le politiche UE si stanno preoccupando anche del miglioramento della qualità dei posti di lavoro, dei ruoli e delle mansioni affidate alle donne, pianificando strategie e strumenti che rendano possibile un equilibrio tra la vita privata e quella professionale, tra il luogo di lavoro e l’ambiente domestico. La Commissione intende sostenere iniziative volte a promuovere la parità dell’accesso ai finanziamenti dell’UE, in tal modo rilanciando l’imprenditorialità femminile; incoraggiare il lavoro autonomo rivalutando i diritti dei lavoratori in materia di congedo per motivi di famiglia e prevedendo nuove forme di tutela della donna nei luoghi di lavoro avverso qualsivoglia forma di vessazione, abuso o violenza; promuovere l’organizzazione di strutture di assistenza per l’infanzia; abbattere il divario retributivo uomo-donna; incoraggiare le donne a scegliere professioni anche in settori innovativi.
Anche per quel che riguarda i processi decisionali e di governance le donne, pur rappresentano, la metà della forza lavoro e più della metà dei nuovi diplomati universitari dell’UE, sono ancora oggi sottorappresentate, sia all’interno delle Istituzioni e degli enti pubblici, sia per quel che riguarda i consigli di amministrazione e l’alta dirigenza delle grandi imprese. In tale quadro la Commissione intende proporre iniziative mirate al miglioramento della situazione; monitorare i progressi, in particolare nel settore della ricerca, con obiettivi di impiego che appaiono incoraggianti (25% di donne in posizioni direttive di alto livello; aumento del numero di donne, almeno il 40%, nei comitati e gruppi di esperti istituiti dalla Commissione; promuovere una maggiore partecipazione delle donne alle elezioni al Parlamento Europeo).
La Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (2000/C 364/01) riserva il Capo III alla Uguaglianza, articolata in non discriminazione; diversità culturale, religiosa, linguistica; parità tra donna e uomo; diritti dei bambini e degli anziani; inserimento dei disabili, uguaglianza davanti alla legge; accanto a Dignità, Libertà, Solidarietà, Cittadinanza, Giustizia.
Già il Trattato che istituì la Comunità Europea prevedeva, all’articolo 13, la possibilità di adottare azioni appropriate per combattere ogni forma di discriminazione basate su genere, disabilità, età, origine razziale o etnica, religione.
L’uguaglianza tra le donne e gli uomini, intesa come parità di diritti e di opportunità, rappresenta uno dei valori fondanti e dei principi comuni dell’Unione Europea, sanciti dal diritto comunitario. Obiettivo dell’UE è quello di promuovere ed assicurare la parità di genere contemplando azioni concrete, mirate all’eliminazione delle disuguaglianze e quindi ad assicurare la pari opportunità e l’uguaglianza di trattamento tra donna e uomo, nonché di combattere ogni discriminazione basata sul sesso.
Su questo tema, l’UE ha seguito un duplice approccio, abbinando azioni specifiche insieme all’integrazione di genere “gender mainstreaming” che letteralmente significa stare in mezzo alla corrente principale – vuol dire porre al centro di ogni azione di governo, a qualsiasi livello, l’ottica di genere e le politiche di pari opportunità, e del “networking” che significa mettersi in rete, conoscersi scambiarsi informazioni, intraprendere iniziative comuni nella promozione, sostegno e valorizzazione della cultura delle donne e della presenza femminile. Questi temi, rappresentando una condizione imprescindibile al raggiungimento di quell’obbiettivo europeo di crescita e coesione sociale, acquistano una dimensione internazionale in termini di lotta contro la povertà, di accesso all’istruzione, all’occupazione, ai servizi sanitari, di partecipazione all’economia, alla vita politica, e al processo decisionale, di protezione da abusi e violenze, nonché di diritti della donna in quanto diritti dell’essere umano.
L’Unione Europea, mediante la previsione e l’inserimento del tema della parità nelle sue politiche e nei suoi interventi, sta svolgendo un ruolo concreto all’adozione di misure specifiche volte all’emancipazione femminile.
Il tasso di occupazione femminile è andato significativamente aumentando nel corso dell’ultimo decennio. Ciononostante si auspica che questa crescita possa proseguire per raggiungere l’obiettivo fissato dalla “Strategia Europa 2020” che prevede una percentuale occupazionale del 75%.