San Francisco taxi drivers show their opposition to Uber which taxi drivers say is operating illegally in San Francisco, California, July 30, 2013. REUTERS/Beck Diefenbach (UNITED STATES - Tags: POLITICS CIVIL UNREST TRANSPORT BUSINESS) - RTX125DZ

Scendo dal treno ed esco a Milano centrale – dovevo dirigermi in zona Lambrate e il tempo stringeva – chiedo ad un passante un consiglio sul come arrivare nel minor tempo a destinazione e mi risponde: “Scarica Uber!”. Quasi avevo dimenticato di averlo sul mio smartphone in quanto a Napoli questo servizio ancora non è attivo. Quindi apro l’app e subito trovo un autista sulla mappa che si trovava nei pressi della stazione: Marco P. con auto Grande Punto nera.
Mando un UberPop, vedo il suo spostamento sulla mappa, in pochi minuti ecco che arriva, accosta, mi saluta e mi fa sedere lato copilota…
Con un click e con pochi euro scalati automaticamente dalla mia carta di debito sono arrivato a destinazione.
Prima di scendere, però, chiedo come mai abbia avuto così tanta premura nel farmi sedere in avanti e il motivo per il quale non avesse un sostegno per lo smartphone così da facilitare la visione del navigatore Uber e la risposta è stata: “Perché non mi va che per arrotondare a fine mese qualche tassista mi prenda a calci e pugni”.

Uber è una mobile application che offre all’utente l’opportuntà di usufruire di un servizio di trasporto privato mettendo in contatto direttamente l’autista con il richiedente del servizio.
In tempo reale si può vedere il percorso e il tempo di attesa dell’autovettura, verificare il nome e cognome, la foto dell’autista e i relativi feedback di chi ha già viaggiato con lui.
Mentre dall’altra parte vi è l’autista che entrando nella rete Uber, abilita, quando vuole, il servizio da mobile, risultando così reperibile e contattabile da chi desidera il servizio.

Dietro questo servizio – all’apparenza semplice – c’è un’azienda valutata ad oggi già oltre 18 miliardi di dollari e che ha già ricevuto capitali freschi per 307 milioni (fra gli investitori c’è anche Google), non solo, questa mobile app è accusata di fare concorrenza sleale ai tassisti con licenza, di applicare tariffe troppo basse e non in linea con quelle di mercato, di non pagare le tasse e quindi di essere illegale anche dal punto di vista fiscale. Un vero e proprio spaccato, da un lato l’innovazione che investe nella semplicità di utilizzo di un servizio/necessità dall’altro la complessa e lenta maglia legale che non riesce a stare a passo con l’evoluzione tecnologica, in mezzo gli utenti/utilizzatori di nuova generazione, che a quanto pare votano la semplicità e la convenienza del servizio.

Ci ritroviamo così in un limbo. Da un lato la tecnologia digitale che avanza soluzioni saltando le complesse e costose barriere burocratiche raggiungendo, così, direttamente l’utenza, mentre dall’altro abbiamo le “lamentele” di una generazione ancora poco disposta a deporre le armi alla semplicità del digitale non curandosene dell’avanzare di un’utenza che invoca lo snellimento dei processi per l’accesso ai servizi e l’utilizzo d’interfacce sempre più dirette e trasparenti.

E noi innovatori… da che parte ci mettiamo?

Non è semplice prendere una posizione ben delineata, ma nel frattempo ti regaliamo in questo articolo 20€ di Credito Gratis per provare il servizio Uber inserendo il codice AZ84P12 . Approfittane!

 

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