NOW! Intervista Pasquale Sommese, Assessore al Turismo della Regione Campania

La Campania, per le opere storiche, monumentali e artistiche che possiede e per la bellezza delle località balneari che offre, può essere considerata un caso emblematico della situazione del turismo in Italia. Così la testimonianza dell’Assessore della Regione Campania Pasquale Sommese, con delega al turismo, risulta molto più che un semplice esempio geograficamente localizzato.

Spesso si sostiene che la Campania potrebbe vivere (quasi) esclusivamente di turismo, ma non sempre è riuscita ad attirare tutti i turisti che meriterebbe. Qual è attualmente l’importanza del turismo nell’economia della regione?

«La Campania non può vivere quasi esclusivamente di turismo. Chi dice questo afferma una cosa senza senso e senza alcun riscontro scientifico. Piuttosto è vero che lo si pensa spesso e questo può essere indice della consapevolezza che il turismo ha ancora enormi margini di crescita. E’ vero, invece, che sono già diversi anni che tutti i parametri di riferimento, dai flussi aereoportuali a quelli crocieristici, alle presenze alberghiere e a quelle museali, sono sempre in costante crescita fino ad arrivare ai record di quest’anno. Del resto ciò era prevedibile in quanto, almeno per quello che riguarda il mio assessorato, abbiamo pianificato una programmazione a medio e lungo termine, utilizzando tutti i canali mediatici ma soprattutto essendo presenti in quasi tutte le fiere di settore del mondo. A conferma dell’importanza che la regione dà al comparto turistico, che è e deve continuare ad essere un volano strategico, di primaria importanza per l’economia regionale».

Quale può essere una strategia utile a incrementare ulteriormente l’arrivo di turisti e, quindi, il ruolo economico del turismo?

«Da quando mi sono insediato come assessore con la delega al Turismo, cioè da circa due anni, ho voluto in maniera forte sviluppare tutti i turismi possibili sul territorio, da quello enogastronomico a quello religioso, da quello sociale a quello sostenibile, e ho dato la priorità allo sviluppo di un turismo che coinvolgesse tutto il nostro straordinario patrimonio dei beni culturali e archeologici. Con il lancio del Grand Tour abbiamo ideato percorsi che hanno consentito ai turisti di rivivere la grandezza delle regge borboniche, delle testimonianze storiche di chiese e
musei, e della unicità di siti archeologici come Pompei, Ercolano, Paestum, le basiliche paleocristiane di Cimitile e dei tantissimi altri presenti in tutta la Campania».

Spesso il turismo snaturalizza, però, il posto. Come si può evitare che un luogo perda di identità, ma sia comunque ricettivo?

«Questo non può essere materia istituzionale, perché le regole del mercato le fa il mercato stesso, e, in ogni caso, sono poi i comuni a regolamentare le modalità di fruizione turistica. Quello che noi possiamo fare è dare un indirizzo di massima e favorire un coordinamento tra operatori, enti ed associazioni di categoria».

Quanto è importante organizzare eventi e manifestazioni che siano capaci di attirare turisti a prescindere da quelli intenzionati a visitare la città?

«Confermo quello che dicevo prima. E’ necessario sviluppare i tanti turismi esistenti, programmando, se possibile in maniera sinergica tra le istituzioni, comuni, regioni e ministeri, tutte le manifestazioni e gli eventi che contribuiscono ad incrementare la permanenza e la mobilità dei turisti».

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