Il presidente ha ufficializzato il passo indietro del paese a stelle e strisce dalla rappresentanza all’interno dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Una lettera è stata recapitata presso il palazzo di vetro delle Nazioni Unite a New York. Nel contenuto, la data di uscita: il prossimo 6 luglio 2021.
Alla base delle motivazioni dell’establishment di Washington, la sovrapposizione tra le idee del governo di Pechino e gli atti intrapresi dall’Organizzazione della Sanità per fronteggiare la situazione pandemica a livello globale.
L’ufficializzazione in piena pandemia
Al tempo di tale uscita, non si può gridare al problema sanitario superato nel paese nord-americano, nel quale sono stati registrati – fonte l’Organizzazione mondiale della Sanità – oltre 56mila nuovi casi positivi al Covid-19 nella giornata del 6 luglio, che confermano gli Stati Uniti come il paese più pesantemente colpito dal virus con 2.923.432 contagiati e 129.963 deceduti.
La risposta del candidato Biden
Concorrente per i democratici alla presidenza, Joe Biden ha condannato la decisione, annunciando il rientro nell’Organizzazione come primo atto della propria presidenza.
Scontata la risposta dell’Organizzazione alla marcia indietro optata dal presidente. Queste le parole del funzionario David Nabarro ai microfoni della BBC: “Il mondo sta affrontando una grave crisi sanitaria che è stata estremamente dura negli ultimi 6 mesi e temo che peggiorerà nei prossimi 6. Abbiamo ancora molto da scoprire da questo virus e su come affrontarlo. Ed è davvero spiacevole che il paese più importante, in termini di dimensioni del bilancio Oms, abbia deciso di ritirarsi”.
Dal nord al sud delle Americhe
Intanto, nella stessa giornata di martedì 7 luglio la diplomazia di Brasilia ha comunicato che il presidente Bolsonaro è risultato positivo al test: un leader politico che anche dopo l’acclararsi delle personali condizioni di salute ha minimizzato sulle conseguenze del virus, affermando pubblicamente di curarsi con l’idrossiclorochina, i cui studi sono stati sospesi dalla stessa Organizzazione mondiale della Sanità durante lo scorso maggio in seguito ad una ricerca rivelatrice dell’incidenza di un alto tasso di mortalità da parte di quei pazienti positivi ai quali il farmaco era somministrato.
Intanto, alla stregua degli Stati Uniti, il Brasile è il secondo stato a livello globale maggiormente colpito dal virus: i casi confermati giornalieri al 4 luglio – fonte l’OMS – ammontavano a 48.105. In totale, il paese conta 1.622.284 casi risultati positivi e 65.487 deceduti.
Foto di Charles Deluvio, fonte foto unsplash.com
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