Durante la giornata di giovedì 28 maggio, il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che permetterà in primo luogo all’uomo più potente degli Stati Uniti di citare più facilmente in giudizio i social media.
Il decreto
L’ordine esecutivo, con una modifica della Sezione 230 del Communications Decency Act, andrebbe a colpire l’immunità legale della quale godono aziende come Twitter, Facebook o Google in relazione all’attività di moderazione dei contenuti pubblicati dagli utenti.
Sussistono tuttavia controversie sull’applicabilità dell’ordine: il dibattimento sulla questione entrerebbe infatti nel merito del Congresso degli Stati Uniti e non del solo presidente Trump.
Gli eventi
La firma dell’ordine esecutivo arriva due giorni dopo la decisione di Twitter di apporre delle “fact check labels” a due tweet del presidente Trump, mettendo contestualmente in guardia gli stessi utenti dal contenuto dei testi pubblicati dal presidente.
I tweet del Tycoon, etichettati dai moderatori della piattaforma come potenzialmente fuorvianti, rimandavano alla possibilità di frode elettorale in seguito all’introduzione della modalità del voto per posta durante le prossime elezioni presidenziali.
Il commento del presidente
“Non esiste un precedente nella storia americana per un numero così esiguo di società che controllano una sfera così ampia di interazioni umane”.
Il presidente della Camera Nancy Pelosi ha però commentato come il provvedimento non interviene per ovviare alla diffusione della disinformazione attraverso i social network, piuttosto lo stesso si presenta come un modo per invogliare i giganti della rete a sfornare continuamente notizie false nella più totale impunità.
L’ultima censura di Twitter
A poche ore di distanza dalla firma del decreto, il social californiano ha censurato un tweet del presidente Trump. Il social network ha considerato il contenuto del testo pubblicato come “un’esaltazione della violenza”.
Trump, trattando dei disordini in corso a Minneapolis, aveva twittato in mattinata: “Non posso stare qui a guardare cosa succede in una grande città americana. Una totale mancanza di leadership. O il debolissimo sindaco di estrema sinistra Jacob Frey si dà una mossa, o manderò la guardia nazionale per fare il lavoro che serve”.
Le proteste in città nascono dopo l’uccisione da parte della polizia dell’afroamericano George Floyd.
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