La ristorazione nell’era social.
Pensa ad un’abitazione privata, e ad un padrone di casa che ama dilettarsi in cucina; aggiungi la possibilità di conoscere persone nuove e interessanti; condisci il tutto con un’aura di affascinante mistero e clandestinità: otterrai gli ingredienti principali di un supper club, l’ultima moda nel campo della ristorazione. I supper club sono, in sostanza, case private trasformate in veri e propri ristoranti estemporanei e in alcuni casi anche improvvisati. I clienti sono, per i proprietari, dei perfetti sconosciuti che decidono di provare una nuova esperienza social-culinaria-culturale, cenando ed interagendo con persone nuove, spesso turisti, foodies o semplici curiosi. Insomma, un modo nuovo di vivere l’uscita a cena: al centro della serata c’è sì l’aspetto culinario, ma soprattutto quello umano e sociale, determinato dal condividere la tavola con delle persone magari mai viste prima, in quell’atmosfera intima e accogliente che solo una casa sa offrire. Ma c’è di più: una serata in un supper club è pervasa da un clima d’intrigante segretezza. Non essendo questi “ristoranti” legalmente autorizzati, infatti, se ne viene a conoscenza esclusivamente attraverso il passaparola o i social network, e solo dopo aver aderito alla cena il proprietario svela agli avventori il luogo dove si svolgerà l’evento, con tanto di parola d’ordine da pronunciare all’ingresso, come nella migliore tradizione massonica. Il tutto in cambio di un prezzo prestabilito –o un’offerta suggerita – e… di una bevanda! Già, perché per i partecipanti ad un supper club vige la regola del BYOB: Bring Your Own Bottle (porta la tua bottiglia), pratica molto diffusa all’estero che consiste nel portare con sé una bottiglia di vino o di altra bevanda acquistata altrove. Per quanto riguarda il menù, in genere è pubblicizzato in anticipo sui social e punta ad esaltare i sapori delle regioni o delle città in cui il club è collocato, ponendo comunque sempre la massima attenzione sulla stagionalità e la genuinità degli ingredienti usati. Insomma, da Milano a Palermo l’idea è che il proprietario di un supper club cucini con la stessa passione e cura che userebbe per una cena tra amici, offrendo così un’esperienza unica dal sapore esclusivo ed inconsueto.