È passata durante la notte italiana del 26 giugno la riforma strutturale della polizia alla Camera degli Stati Uniti, a maggioranza democratica: 181 i contrari contro 236 i favorevoli, dei quali 3 repubblicani ma apertamente schierati contro la linea del presidente Trump.

Adesso, la riforma migra al Senato, un’aula nella quale la maggioranza è repubblicana e pertanto le chance di approvazione restano limitate. Dunque, una bella manifestazione di intenti che però non avrà conseguenze nella quotidianità delle strade americane.

Una riforma in nome di Floyd

Un disegno di legge di matrice democratica in onore dell’afroamaericano ucciso dalla polizia di Minneapolis durante le procedure di fermo. Dall’uccisione dell’uomo un’aspra protesta è diffusa in tutti gli stati del paese nordamericano contro il comportamento del corpo di polizia

Il disegno di legge in pillole

Denominato “The George Floyd Justice in Policing Act of 2020”, il testo affronta un ampio ventaglio di argomenti e problematiche riguardanti la condotta dei corpi di polizia e le responsabilità ad essi afferenti, con riferimento “alle misure per aumentare le responsabilità per i comportamenti illeciti delle forze dell’ordine, al miglioramento della trasparenza e della raccolta dei dati ed all’eliminazione delle pratiche discriminatorie da parte della polizia”.

Nello specifico, qualora il testo passasse anche al Senato, la legge “abbassa lo standard delle intenzioni criminali per condannare un ufficiale per cattiva condotta in un processo federale” e “autorizza il dipartimento di giustizia a rilasciare citazioni in giudizio nelle indagini dei dipartimenti di polizia per un modello o una pratica di discriminazione”.

Nella volontà del legislatore anche l’ideazione di un registro nazionale delle pratiche di cattiva condotta da parte della polizia.

Apprezzamento dal presidente della Camera

“Oggi con il George Floyd Justice in Policing Act, la Camera sta onorando la sua vita e la vita di tutti coloro che sono stati uccisi dalla brutalità della polizia”. Le parole poco prima del voto da parte della democratica Nancy Pelosi.

Foto di Josh Hild; Fonte unsplash.com

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