Il cibo è fresco di giornata ed è preparato solo con sani ingredienti locali. I piatti, ideati da Mike Mathieson, noto Chef stellato Michelin, hanno anche un ottimo value for money. Nulla di eccezionale, valutato l’ampissimo panorama gastronomico – lo sguardo si perde verso l’orizzonte delle innumerevoli proposte culinarie – se non fosse per quel quid che, ancor prima di appagare le papille gustative, affascina la mente e conquista il cuore. Social Bite, così come forse vi suggerirà il nome – letteralmente “Morso/Boccone Sociale” – non è solo un locale no profit, ma una vera e propria organizzazione volta al sociale. Josh Littlejohn e Alice Thompson, i due fondatori, hanno voluto, infatti, che il loro sogno fosse “social” al 100%: i profitti, così, sono totalmente devoluti in beneficenza e il 25% del personale è composto da ex-senzatetto, persone che hanno lottato con la povertà e, spesso, anche con dipendenze da alcol e droga. Davvero un’idea vincente che raccoglie tanti feedback positivi, come testimonia il famosissimo Trip Advisor.

Il sogno di Josh e Alice prende vita nel 2011. Dopo aver incontrato in Bangladesh il Premio Nobel Muhammad Yunus,  l’inventore del “micro-credito” – che permette ai più poveri e agli emarginati, in particolare alle donne, di finanziare piccole imprese e di migliorare la propria condizione sociale ed economica – sono tornati in Scozia con il desiderio di fare qualcosa di simile.

 

“È stato tutto molto naturale. – spiega Josh – Fuori dal nostro primo negozio c’era un giovane senzatetto di nome Pete che vendeva dei giornali. Ci siamo messi a parlare con lui e lo abbiamo invitato ad entrare. Ci ha chiesto un lavoro e noi ci siamo detti: ‘Perché no?'”.

Francesca Cerio

 

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