Un tempo erano i personal computer. Poi i cellulari. Infine, gli smartphone. Stiamo parlando degli oggetti tecnologici più diffusi e considerati essenziali, presenti in ogni casa e (in questo caso) in ogni tasca. Un mercato sovrabbondante di nuovi modelli, funzioni, marche più o meno note. Ma se fino a qualche anno i nostri ritmi erano scanditi dalla corsa all’ultimo modello, cosa è arrivato a cambiare il paradigma?
La poca innovazione nei nuovi smartphone
Può sembrare un elemento marginale, ma è invece uno dei punti più importanti che spinge i consumatori all’acquisto di prodotti usati o ricondizionati. Con nuovi Smartphone presentati ogni anno, se non ogni sei/quattro mesi, era scontato che prima o poi si arrivasse a un punto in cui, rispetto ai precedenti modelli, di innovativo c’è veramente poco. Con questi presupposti, le nuove feature proposte vengono più viste come accessorie che essenziali, ed ecco che un modello di uno, due ma anche tre anni fa diventa incredibilmente appetibile.
Il costo
Appetibile anche perché il costo risulta molto conveniente, con una differenza veramente marginale tra usato (prodotto venduto usato con vari gradi di usura) e ricondizionato (prodotto usato a cui è stata sostituita la batteria e, possibilmente, la scocca ed altri componenti con altri nuovi).
La fornitura
Con la pandemia, si è vista ridotta la fornitura di semiconduttori essenziali nella creazione di computer, tablet e smartphone. Ciò significa una carenza di nuovi modelli in negozio, che comunque non invoglia nell’acquisto di modelli datati che, seppur nuovi, hanno una differenza di prezzo con i modelli più recenti quasi nulla. Un altro elemento che ha favorito, nell’ultimo anno, il mercato di “seconda mano” degli smartphone.
Oggi il mercato fatto di prodotti usati e ricondizionati è più prolifero che mai. Ma dagli elementi analizzati, viene da chiedersi quando durerà. È molto probabile che un ritorno alla normalità (per le forniture) e una nuova spinta innovativa (e accessibile) da parte delle aziende produttrici riporti a preferire il nuovo all’usato. Ma c’è anche da considerare il fattore ambientale: sia i privati che siti specializzati nella vendita di prodotti di seconda mano, puntano molto sul fattore ecologico che, oltre ad essere importante, ha oggi una nutrita schiera di forti sostenitori.