Fino a 110 euro al giorno per andare in spiaggia, con un minimo di spesa fissato in 15 euro (sempre al dì) a fronte di spiagge libere completamente gratuite. La stagione delle vacanze è alle porte
e gli italiani si trovano a fare i conti con l’ennesimo caro ferie, a partire dai costi delle spiagge. Non bastasse l’aumento della
benzina, che incombe come una spada di Damocle sulle famiglie già pronte a partire con l’auto carica di bagagli, si ritorna a fare i conti con le spese per ombrellone e sdraio. Da Federbalneari, per bocca del presidente Renato Papagni, arrivano rassicurazioni: non ci saranno grandi aumenti, semmai i gestori metteranno a punto nuovi servizi per garantire il soggiorno perfetto per ogni famiglia. Secondo Papagni non ci dobbiamo, quindi, aspettare grandi aumenti: «Cabina e ombrellone rappresentano un prodotto vecchio, che non ha più appeal. Il prezzo del lettino scende perché ora quello che si vende è altro», ha spiegato il numero uno di Federlbalneari. “Bisogna offrire cose nuove”, prosegue. Se ci saranno, promette, si tratterà comunque di aumenti contenuti. “Alcuni li hanno anche ridotti, ma dove c’è più qualità i costi salgono. Il bello e il buono si pagano”.
Il problema però rimane: per andare in spiaggia, in Italia bisogna aprire il portafoglio.
Secondo un’inchiesta del Corriere della Sera, i costi per gli operatori si aggirano intor- no ai 2-3 euro a metro quadrato (è il caso di Ostia e Fregene, Rimini e Riccione), ma si arriva a 4 o 7 euro in Versilia. Il costo a carico dei gestori per lo spazio necessario a piazzare un ombrellone e 2 lettini varia dagli 8 ai 28 euro a stagione. Quello stesso spazio viene poi dato ai turisti con tariffe variabili dai 15 euro di Monopoli, Rimini e Cefalù ai 110 euro al giorno di Lerici. Un guadagno notevole, non c’è che dire, ma i gestori ricordano che devono sostenere molte spese per il mantenimento dei servizi.
Nei costi a carico dei gestori bisogna conteggiare le spese per le strutture e una serie di tasse tra cui l’addizionale regionale (che vale il 15% del canone), l’IVA che è al 22% e non al 10% come per gli altri operatori del turismo, la Tari sui rifiuti e anche l’Imu. Per venire incontro alle richieste della categoria, il MEF ha deciso di ricalcolare i ca- noni demaniali che a ora si attestano su un totale di 102 milioni di euro: una cifra che può sembrare alta ma che deve essere divisa tra le 30mila aziende balneari. Il totale per singolo gestore viaggia su una media di 300 euro al mese che nel 2015 è stato ulteriormente abbassato per effetto dei coefficienti Istat. La questione è complessa e il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta sta lavorando per garantire una soluzione che salvi capra e cavoli. Le nuove concessioni dovranno avere durata e di- sciplina diversa su base regionale, ispirandosi al federalismo fiscale tanto invocato da più parti. “Solo parte del gettito andrà allo Stato; l’aumento più consistente finirà nelle casse degli enti locali”, assicura il sottosegretario, ma al momento tutto è fermo. “La tematica è stata inserita dentro il DDL che intende riformare complessivamente il Demanio Marittimo andando a complicare le cose”, si legge nella lettera aperta in- viata da Federbalneari al premier Renzi. “La questione della Direttiva Servizi, infatti, sembra aver bisogno di tempo per trovare soluzione, ma noi tempo non ne abbiamo più, le aziende stanno fallendo”.
Quello che è certo è che anche per il 2015 i vacanzieri dovranno sborsare un bel po’ di soldi per poter accedere alle spiagge private. I costi variano e di molto, a seconda della località e, in alcuni casi, dei servizi. In testa alla classifica dei più cari troviamo Lerici, nel cuore del Golfo dei Poeti, La Spezia. Il piccolo borgo arroccato sul mare è una delle perle assolute del nostro Paese e le spiagge non sono certo le lunghe distese dell’Adriatico romagnolo. Da qui la scelta dei gestori di alzare le tariffe nei periodi di alta stagione, arrivando a luglio e agosto a 110 euro al giorno per un ombrellone e due lettini. Una spesa che in pochi si possono permettere, ma che sarebbe in linea con la qualità dei servizi offerti e l’esclusività di avere a disposizione uno dei soli 42 ombrelloni della spiaggia.
Senza mettersi le mani nei capelli, è ancora possibile andare al mare senza dover spendere un patrimonio. Cefalù, Monopoli, Maiori, Capo Palinuro e Rimini sono le località che vantano i prezzi più bassi (circa 15 euro al giorno) e si tratta di località che, per motivi diversi, nulla hanno da invidiare alla più ri- nomata perla delle Cinque Terre. Per non parlare di Bibbione, seconda spiag- gia d’Italia per numero di presenze (6 milioni di villeggianti) e una delle più economiche, con un costo di 12,50 euro per ombrellone e 2 lettini ad agosto.
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