Abbiamo recentemente dato un’occhiata al mondo dei giochi da tavolo visto dal punto di vista delle aziende e del fattore economico, ed abbiamo scoperto che si tratta di un settore in crescita e che non ha risentito della crisi che ha attraversato il mondo occidentale; restando in tema, abbiamo intervistato Marco Valtriani, un autore di giochi che fa anche parte della scuderia di un’azienda in crescita, la Red Glove.
Marco Valtriani è un giovane autore italiano, che dopo diverse autoproduzioni (una fase che ogni autore ludico deve attraversare), ha esordito nell’editoria del gioco nel 2011 con 011 (pubblicato dalla Scribabs), un gioco steampunk nella cui realizzazione è stata coinvolta anche la band svedese di metal sinfonico Therion. 011 ha vinto il premio come miglior progetto editorale a Lucca Games 2011. In seguito ha iniziato la sua collaborazione con la Red Glove, pubblicando, tra l’altro, Super Fantasy: L’assalto dei brutti musi (2013), Super Fantasy: La notte dei morti male (2014), e Godz (2014); Marco è anche attivo nel settore sviluppo ludico, oltre che con il suo sito (www.marcovaltriani.com), anche coordinando il forum Board Game Designers Italia, e partecipando al volume “Game Design”, di M. Bertolo e I. Mariani.
La Red Glove (www.redglove.eu) è una casa editrice italiana nata nel 2006, che pubblica boardgames per famiglie ma anche per giocatori appassionati (i cosidetti “hard gamers”), e che è interamente basata in Italia: i suoi giochi vengono concepiti, prodotti, assemblati e pubblicati interamente nel nostro paese, pur essendo localizzati e diffusi con notevole successo anche all’estero.
Ciao Marco, e grazie per essere qui con noi. Dunque, cosa significa essere un autore di giochi in Italia?
Dipende da come si approccia l’attività: quasi tutti gli autori iniziano come hobbisti, portando in giro le proprie idee (spesso, inizialmente, molto acerbe), qualcuno riesce a diventare un autore abbastanza costante, ma pochi fanno del game design una professione. Il game designer spessissimo lavora su commissione, con vincoli e linee guida ben definite, e con tempi di consegna stretti, come succede facendo qualsiasi lavoro creativo. In Italia ci sono pochi designer effettivamente assunti da un editore o proprietari di una propria azienda di sviluppo, la maggior parte degli autori opera come freelance in modo abbastanza saltuario. Essere un autore oggi, quindi, dipende dall’approccio che si ha. Per quanto mi riguarda mi piace sia progettare giochi miei che sviluppare giochi di altri, è sempre stato così, per cui per me è un lavoro a tutti gli effetti, che per fortuna coincide con una delle mie più grandi passioni.
Potresti descriverci la situazione del mercato italiano dei boardgames oggi?
Il mercato è in evoluzione. C’è ancora un grosso gap fra grande distribuzione, negozi specializzati e negozi “core”: catene, giocattolai e negozi di soli boardgames hanno pubblici differenti e cercano prodotti diversi, sono quasi tre mercati distinti. Sicuramente le famiglie giocano un po’ di più, i giochi si stanno semplificando e si punta sempre di più ad attirare nuovi giocatori, se si escludono ovviamente i piccoli editori che lavorano su titoli “tosti” creati appositamente per i giocatori di lungo corso. Il mercato di riferimento di Red Glove, che è lo specializzato, è piccolo ma abbastanza vitale, e l’attenzione dei negozi verso il prodotto boardgame è in crescita, anche se questa crescita non è così vertiginosa come piace pensare a molti giocatori.
Come è cambiato questo mercato rispetto alla fine del secolo scorso?
Sicuramente ci sono più titoli, e molti più titoli semplici e immediati, per un pubblico più ampio. Si tratta di un settore che si evolve molto in fretta, ogni semestre c’è qualche grossa acquisizione, qualche novità: alle soglie del 2000 Hasbro ha acquisito la Wizards of the Coast, i produttori di Magic The Gathering, e dalla seconda metà degli anni 2000 hanno iniziato ad prendere sempre più piede grossi marchi francesi come Iello e Asmodée (che di recente ha acquistato la Fantasy Flight, storica casa produttrice americana); inoltre, nel 2009 è arrivato Kickstarter, che ha portato il crowdfunding anche nel gioco da tavolo… insomma, è cambiato modo di produrre, di approcciarsi ai negozi e ai clienti finali, e le cose stanno ancora cambiando, a velocità folle. Forse è anche per questo che è un settore così interessante in cui lavorare.
Marco Valtriani e la Red Glove saranno naturalmente presenti alla Play 2015, la convention nazionale del gioco che si svolge a Modena dall’11 al 12 aprile.