Il nuovo satellite Sentinel 6 ha raggiunto la sua orbita definitiva a 1336 chilometri di altezza e sostituendo ufficialmente i precedenti Poseidone e Jason nel monitoraggio degli oceani. Riceve così un importante potenziamento il sistema Copernicus, progettato in Europa per tener traccia del riscaldamento globale.
Ma cosa c’entrano gli oceani col riscaldamento globale?
Tutti sappiamo che l’acqua ricopre gran parte del nostro pianeta (il 71%). Troppo spesso però diamo per scontato quanto quest’incredibile massa d’acqua possa influenzarne il clima. Sentinel 6 si occuperà di osservare, con una precisione mai vista, l’avanzamento dei mari sulla costa. Raccoglierà preziosi dati utili nel prevederne gli effetti sulla vita biologica non solo tra le acque marine, ma anche di chi vive in prossimità del mare.
Parte di una squadra più grande
Come già accennato, Sentinel 6 andrà ad aggregarsi ai meccanismi già in atto nel programma europeo Copernicus per il monitoraggio totale della Terra e del suo ambiente e nel 2023 lo raggiungerà anche 6B. Su questi ed altri strumenti ha lavorato anche l’industria italiana con Thales Alenia Space. Copernicus, al momento, viene considerato uno dei migliori (se non il migliore) modello di previsione esistente.
Il termine previsione non è usato a caso: è infatti questo l’obiettivo primario del progetto. Riuscire non solo a quantificare gli effetti del riscaldamento globale sul pianeta, ma anche come muoversi fra questi per aggirarli e diminuirli. Si accusa spesso di investire troppo nella “ricerca spaziale” e in questi “satelliti” invece di pensare a “investire soldi sul pianeta”. Ma con Copernicus si fa proprio questo. Basti pensare a come, misurando i punti percentuali dell’acqua piovana (che possono influire sulle coltivazioni), si possa appunto prevedere quanto, dove e cosa piantare per avere raccolti floridi e quindi abbastanza e più cibo a disposizione.
Ma l’agricoltura non crea inquinamento?
Come ogni azione dell’uomo, anche la semplice agricoltura porta alla creazione di più metano e ossido nitroso nell’atmosfera. Il che appunto aumenta il rischio di cambiamento climatico. È in questo dettaglio che si mostrano le potenzialità e le trasversalità di Copernicus: raccogliendo informazioni sui mari, le piogge, la mappatura dei venti si può aiutare in maniera esponenziale l’agricoltura nel ritrovamento di un equilibrio con le risorse naturali del nostro pianeta. Con la mappatura dei venti, appunto, si può prevedere dove questi potrebbero avere un’affluenza maggiore, installando quindi un impianto eolico capace di farci risparmiare centinaia di milioni in termini non solo monetari ma anche di emissioni.