cognome ai figli

La Corte Costituzionale si esprime su un’annosa vicenda di diritto familiare, con una decisione storica, che va in direzione della parità di genere, rispetto all’attribuzione del cognome ai figli da parte dei genitori.

Salvo diversa decisione congiunta dei genitori, i figli assumeranno il cognome di entrambi i coniugi, nell’ordine da loro indicato. L’attribuzione automatica del cognome del padre è infatti considerata discriminatoria. Era stata proprio la Corte, lo scorso anno, a sollevare la questione di incostituzionalità riguardo al mancato diritto della donna a dare il proprio cognome ai figli, insieme o al posto di quello del padre. 

Il cognome ai figli: una questione di “identità”

La Consulta ha ritenuto, oltre che discriminatoria (questione di “genere”), anche lesiva dell’identità dei figli l’automaticità dell’attribuzione ad essi del cognome del genitore maschio. In effetti arriva anche fin troppo tardi questo concetto di “provenienza naturale” da entrambi i partner, i quali hanno condiviso la generazione, l’adozione o comunque la volontà genitoriale. Ognuno di noi è “generato” alla vita sociale, oltre che (nella maggior parte dei casi) alla vita biologica, da due “culture familiari” ugualmente importanti nell’educazione e nella formazione della psiche.

I dettagli del nuovo iter

La regola diventa quella secondo la quale il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine da essi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuirgli soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i coniugi, è previsto l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico. La regola è valida per i figli nati nel matrimonio e fuori dal matrimonio. Davvero una innovazione del diritto familiare, che tutela, come dire, l’“identità storica” dei figli.

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