Editore di se stesso.

In un paese che legge sempre meno sono sempre più gli aspiranti scrittori, che decidono di investire sul loro talento, pubblicando autonomamente quello che nasce per gioco o per passione, comunque frutto di un travagliato narrare.

Giorgio Ponte come Italo Svevo? Perché no? Cambiano i tempi e gli strumenti, ma il fenomeno dell’autopubblicazione segna la storia dell’editoria. L’autore che intraprende questa strada deve sapere che il suo impegno non si fermerà alla stesura della sua opera, ma molte energie e non poco tempo dovranno essere dedicati alla realizzazione di quelle attività che un tempo erano esclusiva dell’editore: copertina, revisione, correzione, composizione del testo, pubblicazione, promozione. E se inarrestabile è il processo di democratizzazione dove l’editore perde la sua funzione di selezione, dobbiamo sperare che gli autori sappiano essere giudici imparziali delle loro opere.

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