È il dato che emerge dalla ricerca realizzata per Save the Children da parte dell’istituto Ipsos, “La scuola che verrà: attese, incertezze e sogni all’avvio del nuovo anno scolastico”. Con la riapertura in vista degli istituti scolastici agli studenti, il nuovo studio evidenzia come siano ancora tanti gli interrogativi tra i genitori degli stessi alunni: dalla mancanza di informazioni sulle modalità di ripresa della didattica all’incertezza sulla sicurezza delle modalità di ripresa.

Preoccupati 7 genitori su 10

Il rientro alla didattica in aula spaventa il settanta percento degli intervistati, ma in presenza di motivazioni differenti: “Prima fra tutte circa le modalità di ripresa – 60 percento – Seguita dai rischi legati al mancato distanziamento fisico – 51 percento – e quindi delle possibili variazioni di orario di entrata/uscita da scuola che potrebbero non essere compatibili con gli impegni dei genitori – 37 percento – specialmente per i genitori di bambini di 4-6 anni – 45 percento –“.

La crisi economica tra i banchi di scuola

7 genitori ogni 10 inoltre inoltre non smentiscono la propria preoccupazione su di un’eventuale sospensione del servizio mensa “a causa delle norme anti-Covid”. Inoltre, “2 genitori su 10 fra coloro che ne hanno usufruito negli anni passati per i propri figli di 4-12 anni, pensano di non poter sostenere le spese il prossimo anno”.

Qualora gli orari scolastici fossero soggetti ad un cambiamento, gli intervistati hanno affermato che dinanzi a tali condizioni potrebbero anche rinunciare al lavoro od ovviare con una riduzione dell’orario lavorativo.

Sono quelle con figli piccoli quelle più propense verso tali soluzioni, all’interno di un contesto problematico che maggiormente peserebbe “più sulle madri – 23 percento – che sui padri – 8 percento”.

L’appello di Save the Children

La comunicazione sull’esito della ricerca culmina con un appello che Save the Children rivolge ai governanti italiani. “La povertà educativa – spiegano – comincia sin dalla primissima infanzia (…) Per questo abbiamo chiesto che il Piano nazionale del Recovery Fund affronti alcuni nodi cruciali”.

Tra questi, elenca Save the Children “la costruzione di una infrastruttura nazionale di servizi educativi per bambini zero-due anni, assicurando entro il 2023, in tutte le regioni, l’accesso di almeno il 33 percento dei bambini, e raggiungendo entro il 2027 l’obiettivo ambizioso ma possibile del servizio zero-sei anni come diritto per tutti i bambini”.

Foto di Note Thanun; unsplash.com

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