Porto e snodo fondamentale per gli scambi commerciali via mare del diciannovesimo e ventesimo secolo, la città di Bilbao ha visto sviluppare una fiorente relazione culturale con l’Inghilterra. I marinai britannici che passavano le ore tra una traversata e l’altra nell’insenatura marina che si addentrava fino alla città, erano spesso impegnati in delle veloci partite di calcio. Alla fine del 1800 un gruppo di essi fondò l’Athletic Club de Bilbao, la prima società calcistica basca, il cui stadio, il San Mamés Barria (nuovo San Mamés) sorge proprio sulle sponde del canale che dall’Oceano Atlantico si addentra nella città. La struttura porta il nome del quartiere, che a sua volta si chiama come il santo che secondo la leggenda già da bambino avrebbe stanato due leoni ai quali era dato in pasto. Per questo motivo i tifosi dell’Athletic vengono denominati ‘leones’.

Il suddetto stadio, opera dell’architetto autoctono César Azkarate, ha visto la luce il 15 luglio 2013 dopo quasi 4 anni di lavoro ed è costato 173 milioni di euro. Una spesa contenuta per un’opera di altissimo livello. Il San Mamés Barria è dunque frutto di un progetto sostenibile realizzato in accordo con il governo basco, da sempre molto attento allo sviluppo delle attività sportive, come ad esempio anche la famosa pelota.

San Mamés Barria significa in basco ‘Nuovo San Mamés’, in quanto costruito di fronte al vecchio impianto, il quale è stato smantellato da poco tempo. Il luogo è caro a tutti i tifosi dell’Athletic, che da sempre riempiono le strade circostanti prima di una partita, tra infiniti sorsi di birra e patxarán, il digestivo locale. Il nuovo stadio, oltre ad utilizzare lo stesso nome della mitica struttura che ha visto l’Athletic vincere 8 campionat spagnoli, ha mantenuto lo stesso celeberrimo arco che campeggiava sul vecchio San Mamés. Questo arco è l’unico elemento completamente integro della struttura precedente. Ultimato del tutto nell’agosto 2014, quando è stata costruita la curva precedentemente tappata da un telone rosso fuoco, il nuovo San Mamés è un catino ancora più impressionante del precedente, di cui mantiene vivo lo spirito guerriero e glorioso.

Il gigantesco progetto di Michel Platini di far disputare l’Europeo del 2020 in vari paesi europei è stato approvato da poco. E il San Mamés Barria ha l’onore di essere l’unica struttura in tutto il territorio spagnolo che ospiterà uno degli incontri previsti, più precisamente uno dei quarti di finale. Con sommo stupore da parte di Real Madrid e Barcellona, infatti, l’UEFA ha escluso l’utilizzo dei più storici Santiago Bernabéu e Camp Nou per la grande occasione. L’arma vincente del San Mamés Barria è stata sicuramente la modernità, certificata dalle 4 stelle UEFA assegnategli e corroborata dalla capienza di 53 mila spettatori, che prevedono un’ottima funzionalità e quasi sempre il tutto esaurito, nonostante non sia agibile per ospitare una finale di Champions League, per la quale il minimo di sediolini a disposizione è di 60mila

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