Sono ancora in corso le trattative per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (più comunemente noto come Recovery Plan), con la stipulazione e l’affinamento delle varie bozze che si articoleranno poi nel piano finale. Al 29 dicembre 2020, con l’arrivo dell’ultima bozza del documento, possiamo già iniziare a fare una stima di quelli che saranno gli obiettivi e i fondi destinati a ciascuno di essi.

Come si articola il Recovery Plan

Ci saranno sei missioni che capeggiano nel documento, che fanno a capo 17 componenti diversi articolate nelle varie macroaree. Nello specifico, la bozza del documento mostra il seguente schema:

M1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

  • C1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pubblica Amministrazione
  • C2 Innovazione, competitività, digitalizzazione 4.0 e internazionalizzazione
  • C3 Cultura e Turismo

M2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica

  • C1 Impresa Verde ed Economia Circolare
  • C2 Transizione Energetica e Mobilità Sostenibile
  • C3 Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
  • C4 Tutela del territorio e della risorsa idrica

M3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile

  • C1 Alta velocità di rete e connessioni stradali sicure
  • C2 Intermodalità e logistica integrata

M4 – Istruzione e ricerca

  • C1 Potenziamento della didattica e diritto allo studio
  • C2 Dalla ricerca all’impresa

M5 – Parità di genere, equità sociale e territoriale

  • C1 Parità di genere
  • C2 Giovani e Politiche del Lavoro
  • C3 Vulnerabilità, Inclusione sociale, Sport
  • C4 Interventi speciali di coesione territoriale

M6 – Salute

  • C1 Assistenza di prossimità e telemedicina
  • C2 Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria

Prendendo in esame il primo punto relativo alla Digitalizzazione, e più precisamente la seconda componente (M1-C2), vediamo le risorse che saranno investite e gli obiettivi specifici della componente in questione.

Con un investimento di 32,4 miliardi, che sarà suddiviso di 19,9 destinati ai nuovi progetti e 12,56 a potenziare quelli già in corso, il punto C2 ha come obiettivo quello di sostenere la transizione digitale e l’innovazione del sistema produttivo in tutta la filiera, con investimenti in tecnologia all’avanguardia in grado di supportarla a pieno, nella ricerca, lo sviluppo e la sicurezza digitale. Per fa ciò si investirà, quindi, nella realizzazione di reti ultraveloci in fibra ottica, nel 5G e nella tecnologia satellitare, per raggiungere una maggior copertura. Così facendo, si punterà a rendere più internazionali le piccole e medie imprese italiane aumentandone la competitività sul piano globale.

Gli obiettivi nel dettaglio

Per l’innovazione digitale e per favorire la transizione 4.0, il progetto si articola con crediti di imposta per l’acquisto di beni strumentali, per la ricerca, lo sviluppo, l’innovazione e il design. Misure a sportello e contributi per la sicurezza digitale (cybersecurity). Secondo le stime, i bandi per poter usufruire di queste risorse dovranno essere pubblicati entro il 2022 con l’investimento di tutte le risorse entro il 2024. Tutto ciò sarà destinato alle imprese per l’acquisto di beni strumentali tecnologicamente avanzati, per le imprese che in vestono in RSI e per le imprese beneficiare delle misure a sportelli.

Per il patent box, il secondo progetto dell’M1-C2, la misura prevede una deduzione fiscale del 50% dei redditi d’impresa per lo sfruttamento di Proprietà intellettuali (software protetti da copyright, brevetti, modelli).

Per l’agricoltura digitale si investirà nel rafforzamento delle analisi del settore, così da creare e adottare modelli di valutazione degli effetti delle politiche agricole.

Si punta anche sull’editoria 5.0, per favorire la transizione digitale e la competitività del settore, estendendo le misure già attutate per la transizione, incentivando il cambio generazionale per l’assunzione di giovani con competenze digitali e iniziative per lo stimolo della domanda (come voucher per l’acquisto destinato a famiglie a basso reddito).

Per l’innovazione e la tecnologica dei microprocessori si sosterrà il settore Hi-Tech, con supporto finanziato per investimenti in macchinari e attrezzature. Si articolerà nell’attivazione di uno sportello in cui presentare le domande per gli investimenti, una selezione dei progetti e, se scelti, nella redazione di un report semestrale sull’andamento dei lavori.

Nel favorire l’aggiornamento digitale si investirà sulla banda larga e sullo space economy. Per il primo, come si può immaginare, si investirà nella diffusione di connessioni ultraveloci su tutto il territorio nazionale. Per il secondo si prevedono investimenti nel settore dell’aerospazio.

Infine, per l’internazionalizzazione, si tenterà il rafforzamento del Patto per l’Export, la digitalizzazione degli Enti Fiera e il rifinanziamento del Fondo 394/81 (già esistente) per il supporto finanziario alle PMI.

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