Tutte le strade del Made in Italy.
Made in Italy, consigli per le esportazioni: a fornirli è “ReThink”, l’annuale rapporto Sace sugli scenari dell’export, che suggerisce in quali settori e Paesi orientare le vendite all’estero da qui al 2017. L’export italiano crescerà nei prossimi anni a un tasso medio annuo del 6,9%. I settori tradizionali del made in Italy che continueranno a “tirare” sono l’agroalimentare (pasta, vino), il sistema moda (tessile e abbigliamento, pelletteria e gioielli) e l’arredo. Fra i comparti del “nuovo” made in Italy, buone prospettive per gomma e plastica, chimica, apparecchiature elettriche e meccanica strumentale. L’export di beni agricoli e alimentari crescerà più velocemente grazie ai fattori di competitività rappresentati da qualità, tradizione e certificazione. Quanto ai Paesi destinazione, i mercati emergenti hanno ormai superato l’area euro: pesano per il 38,4% rispetto al 37,2%. Ecco perché al di là dei tradizionali Paesi europei e nordamericani, ReThink suggerisce di “ripensare” alcuni percorsi delle esportazioni e fare rotta (anche) verso Paesi finora meno “battuti” ma dalle forti potenzialità (ad es. Filippine, Mongolia, Malesia, Pakistan…).