In occasione del 40esimo anniversario di un fenomeno artistico indimenticato, visitabile fino al 25 settembre, “Punk. Its traces in contemporary art” (circa cento opere realizzate da 60 artisti spagnoli e internazionali) si impone come esposizione imperdibile. Siamo nell’epoca del remake. Alcuni tra i protagonisti dell’arte contemporanea, infatti, tendono ad affidarsi, per dirla con la Krauss, alla “reinvenzione”, ovvero assumono generi con una forte identità (pittura, scultura, cinema) per investigarne i meccanismi interni, ed estrarne potenzialità linguistiche.
Forse in ciò risiede il successo di una mostra come “Punk. Its traces in contemporary art”, presentata al MACBA e co-prodotta da alcune istituzioni del calibro di CA2M, Centro d’Arte Dos de Mayo della Comunità di Madrid, e Artium, che trae energia e ispirazione da un imprescindibile modello di riferimento: il fenomeno punk, dominato dai segnali della civiltà di massa a dettare ritmi accelerati e confusi, simili a un prodigioso accostamento irrazionale di scenari inquietanti.
Una babele che si impone negli anni Settanta, dapprima a Londra e New York, poi diffusa dappertutto, con la sua planimetria frastagliata, interrotta, destabilizzante. Il background è quello degli anni ’70, i presupposti sono setting dinamici e immediatezza sonora: il punk nasce in ambito musicale, con i Ramones negli Stati Uniti, i Sex Pistols e i Clash in Inghilterra; si emancipa dal rock, perché più dinamico, e soprattutto in quanto caratterizzato da canzoni con accordi semplici, che si succedono rapidi, orecchiabili, anti-conformisti, in cui, ancora oggi, sono in molti a riconoscersi, diventando, poi, fenomeno artistico tout court.
L’evento spagnolo, curato da David G. Torres, ce ne narra la storia, attraverso installazioni, tracce, fotografie, video, dipinti, documenti sulle origini della corrente e un segmento cruciale sulle derivazioni, le interpretazioni e le assonanze del fenomeno, rintracciabili, hic et nunc, in artisti come Tracey Emin, Raymond Pettibon, Nan Goldin, Paul McCarthy, Claire Fontaine. “Punk” è una parola che nasconde universi variegati tuttora attualissimi: “Punk. Its traces in contemporary art” ne presenta impeccabilmente gli aspetti e, soprattutto, ci fa riflettere sulle dinamiche che articolano la contemporaneità, sui suoi cicli e le sue regole.