Una delle cose che colpisce di Ángela Burón è certamente l’originalità, l’essere sopra le righe senza mai cadere nell’eccesso o nella volgarità. Di questa giovane fotografa spagnola colpisce persino la scelta del nome per il proprio Blog: “Obligo a fumar a todos mi amigos”. Sì, perché Ángela fuma e lo fa anche in moltissimi dei suoi autoritratti. Nei suoi scatti ama giocare con le diverse parti del corpo, disponendole a caso. Così degli occhi ammiccano all’obiettivo campeggiando su un prosperoso seno a mo’ di capezzoli o due dita si trasformano in gambe per una donna sola sul pontile di chissà quale porto. La Burón, maestra nell’uso del Photoshop al quale ammette di essersi “convertita” a 23 anni dopo l’uso di Paint, diventa una moderna Mary Shelley, creatrice di Frankenstein, in versione digitale, creando figure surreali eppure dotate di una grazia intrinseca. Questa sua caratteristica forse deriva dal suo desiderio da piccola di seguire le impronte paterne nell’ingegneria, inventare una macchina strana che le avrebbe preparato la colazione, come racconta nel suo Blog aperto a soli 25 anni. Ed è di solo un anno prima il suo “battesimo” con una macchina fotografica Reflex, oggetto che le avrebbe aperto ulteriormente l’anima rendendola nota al mondo come una delle maggiori promesse della fotografia nel panorama europeo ed internazionale. Ma guai a chiamarla “artista”. Questa parola per lei suona quasi come un’offesa. “Sono una persona – dice -. Se non fossi una persona non parlerei!”.