L’Unione Europea sta mettendo a punto delle nuove strategie volte ad indirizzare la rilevante crescita del trasporto merci, solo in parte rallentata dalla crisi di questi ultimi anni, spingendo sempre più su vettori alternativi al trasporto su gomma, per evitare la congestione stradale e contenere in maniera significativa l’impatto ambientale dovuto alle emissioni negative generate dai camion.
Tra tali scelte alternative, un ruolo di primaria importanza è rivestito dal trasporto marittimo, attraverso il potenziamento dei servizi di “Autostrade del Mare” e l’incremento dell’efficienza delle interconnessioni ferroviarie con i porti, al fine di creare una rete multimodale integrata in grado di assorbire le quote crescenti degli scambi commerciali internazionali del continente.
Uno dei principali strumenti di attuazione degli orientamenti strategici è rappresentato dal Programma Marco Polo, che dal 2003 ad oggi ha costantemente sostenuto lo sviluppo di iniziative concrete, volte ad attivare servizi stabili di trasporto intermodale.
Nell’arco dei primi dieci anni di attività, il progetto ha finanziato ben 200 iniziative, realizzate da oltre 700 aziende, mentre circa 4 milioni di spostamenti via camion (con una percorrenza media di 1.000 Km) si sono avvalsi di altre modalità di trasporto. In ambito nazionale i principali passaggi di questo ampio percorso sono scanditi da una serie di provvedimenti normativi che ne avrebbero dovuto agevolare l’implementazione, tra i quali possono essere menzionati: il sostegno alle imprese marittime e alle Autorità Statali finalizzate allo sviluppo dello “Short Sea Shipping” (legge n. 413/1998, legge n. 166/2002); il potenziamento di impianti e piattaforme logistiche portuali (Legge Obiettivo n. 443 del 2001) con un rilevante utilizzo di tecnologie e applicazioni informatiche; l’istituzione dell’ Ecobonus, ovvero l’incentivo all’autotrasporto per il trasferimento di traffico dal tutto strada al combinato strada-mare (legge n. 265/2002).
Altra iniziativa di rilevante profilo è l’istituzione della Società Rete Autostrade Mediterranee SpA, finalizzata alla promozione e al coordinamento, a livello nazionale, delle azioni europee, costituendo così il Master Plan Mediterraneo del sistema integrato di trasporto Autostrade del Mare, finanziato dalla legge n. 311/2004.
Dopo più di quindici anni dall’avvio di tali progetti, in Italia, così come nel resto d’Europa, si va affermando la convinzione che nonostante gli incentivi messi a disposizione dall’UE, e la notevole disponibilità di approdi e di navi, il combinato strada-mare sia stato utilizzato dagli operatori del trasporto solo per ciò che riguarda le cosiddette tratte obbligate, ovvero per quegli spostamenti che hanno come origine, o destinazione, le aree insulari.
EUGENIO RAGUSA