Una scena dal cult movie “Febbre da cavallo” (1976) con gli attori da sinistra Mario Carotenuto, Gigi Proietti, Francesco De Rosa ed Enrico Montesano

È una tragica notizia quella che avrà investito tutti nella lettura delle prime agenzie del mattino: il monumnetale attore di cinema e teatro Gigi Proietti che proprio oggi compiva 80 anni ed al quale in suo onore la televisione nazionale aveva dedicato una programmazione ad hoc tra le giornate a cavallo del primo e del due novembre è venuto a mancare all’affetto dei cari e del mondo della cultura italiana in seguito ad uno scompenso cardiaco.

Eterno Mandrake

Showman televisivo di assoluta levatura nonché artista-paroliere del palcoscenico teatrale indiscusso ed esempio per generazioni di teatranti, Gigi Proietti è diventato in vita storia vivente della cultura italiana: di circa 50 anni di attività si possono annoverare all’interno di un riassunto che per sfumature potrebbe assumere contorni ancora più dilatati 51 spettacoli teatrali – di questi 37 come regista –, 42 film e 33 fiction.

Dalla direzione artistica del teatro Brancaccio di Roma un fiume di talenti ha saggiato la bravura e l’energia del maestro: tra i numerosi artisti possiamo ricordare Flavio Insinna, Enrico Brignano, Giorgio Tirabassi e Gabriele Cirilli. Artista poliedrico, Proietti conta all’attivo 10 album come solista. Ha prestato nel tempo la propria voce piena e possente per il doppiaggio in italiano di Dustin Hoffman, Robert De Niro e Marlon Brando.

Per tanti rimarrà, con forza anche quasi universale – se solo si dimenticasse l’immensa produzione artistica del maestro – quel Mandrake, accanito e seriale scommettitore del cult movie “Febbre da cavallo”, un film del 1976, al quale nel 2002 ha fatto poi seguito “La mandrakata”.

In una celebre arringa di difesa, il personaggio Mandrake, interpretato dal Maestro, spiegava sulla natura del “giocatore delle corse dei cavalli”: “Solo considerando chi è veramente il giocatore di cavalli, Signor Presidente lei potrà convincersi della nostra innocenza. Chi gioca alle corse dei cavalli è un mix, un cocktail, un frullato di roba. È un minorato, un incosciente, un dritto ed un ‘fregnone’, un milionario che non c’ha una lira ed uno che c’ha una lira pure se è un milionario. È un fanatico, un bugiardo, un pollo. È uno che passa sopra a tutto e sotto a tutto. È uno che impiccia, traffica, imbroglia. Muore, azzarda, spera, rimuore. E tutto per poter dire ho vinto!”.

Addio Gigi, mattatore indiscusso della scena culturale italiana degli ultimi 50 anni.

Fonte foto wikipedia.org

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