Julian Assange legge un comunicato dall'ambasciata dell'Ecuador - Londra, 2012

È ritornato lunedì 7 settembre al banco degli imputati dinanzi alla corte dell’Old Baily di Londra il co-fondatore di WikiLeaks, un’immensa biblioteca digitale con documenti ufficiali “censurati o altrimenti soggetti a restrizioni riguardanti guerre, spionaggio e corruzione”.

L’accusa

Dopo un periodo di circa 49 settimane nella prigione di Balmarsh, nello scorso giugno il ministro degli Interni britannico Sajid Javid ha certificato le richieste provenienti dal governo di Washington per una possibile estradizione dell’attivista australiano negli Stati Uniti.

Prima di essere trasferito nella prigione di Balmarsh a sud della capitale britannica, Assange ha trascorso circa sette anni nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, provando ad eludere le pressioni internazionali degli Stati Uniti.

Il verdetto di primo grado previsto tra quattro settimane – a sua volta appellabile – stabilirà se il co-fondatore di WikiLeaks debba essere preso in consegna dalle autorità americane per un giudizio su 18 capi d’accusa – 17 dei quali per spionaggio – negli Stati Uniti.

Dunque, se il soggetto debba essere estradato e giudicato da una corte americana per la diffusione di documenti riservati tra il 2010 ed il 2011 di natura politica e militare sugli eventi delle guerre in Iraq ed Afghanistan.

Quanto rischia Assange

Qualora il giudizio rispedisse Assange negli Stati Uniti, all’attivista potrebbe essere inflitta una pena che consta di 175 anni di reclusione, avendo violato l’Espionage Act, una legge risalente al 1917 che condanna la diffusione col mezzo dei media di documenti classificati come segreti o riservati.

All’uscita dal tribunale, il padre di Assange – Julian Shipton – avrebbe affermato a proposito del materiale pubblicato e della posizione del figlio nei confronti del giudizio britannico ed americano: “Le pubblicazioni sono nel Regno Unito. Eppure viene rapito e giudicato giudizialmente negli Stati Uniti per trascorrere 175 anni in prigione”.

Foto di Snapperjack; fonte Wikimedia

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