L’accesso all’energia elettrica è aumentato molto negli ultimi anni, ma una larga parte della popolazione mondiale ne è ancora priva. Un miliardo di persone secondo la Banca Mondiale. Anche l’Europa non è indenne da questa sfida, che ad oggi colpisce sempre più persone, producendo effetti negativi sulla salute e sulla qualità della vita degli individui. Ma di cosa stiamo parlando?
La povertà energetica
La povertà energetica, negli ultimi anni, è diventato un tema importante nell’Agenda Europea. Si parla di poverty energy o fuel poverty e ancora non esiste una definizione comune. Quando si parla di povertà energetica, si indica l’impossibilità da parte di famiglie o individui di procurarsi beni e servizi energetici, cioè servizi fondamentali che servono per assicurare uno standard di vita dignitoso, come riscaldamento, raffreddamento, illuminazione e gas per cucinare nelle abitazioni.
In Europa
Secondo l’Osservatorio della povertà energetica dell’UE, almeno una persona su 10 vive in questa condizione, circa il 10% della popolazione europea. Gli altri dati indicano che in Europa, 57 milioni di persone non riescono a riscaldare le loro abitazioni durante l’inverno, 104 milioni di persone non possono rendere la loro casa accogliente durante l’estate, 52 milioni di persone pagano le bollette energetiche e le utenze domestiche in ritardo.
L’obiettivo
Il contrasto alla povertà energetica è tra gli obiettivi presenti nell’Agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. La sostenibilità energetica rappresenta un elemento chiave: una disponibilità meno diseguale di energia è una delle chiavi fondamentali per migliorare le condizioni di vita dei più poveri e per permettere lo sviluppo di nuove attività produttive. L’aumento nella disponibilità di energia non deve però danneggiare il Pianeta, è quindi fondamentale limitare lo spreco di energia, diminuendo il ricorso a fonti energetiche di origine fossile. Bisogna modificare l’equilibrio dei cicli produttivi e avviare una vera e propria transizione verso un modello di economia più sostenibile, così come si impegna a fare il Green Deal europeo.