L’industria italiana, penalizzata dalla domanda interna, ha subito una caduta del fatturato. I livelli produttivi sono retrocessi, lasciando alcuni settori, come i produttori di beni durevoli e quelli più legati all’evoluzione delle costruzioni, con un forte eccesso di capacità produttiva. Le esportazioni hanno evidenziato, tuttavia, la costante capacità delle imprese italiane di cogliere le opportunità presenti sui mercati internazionali. Favoriti in questa fase i settori più integrati nelle reti produttive internazionali (farmaceutica e largo consumo) e attivi su un elevato numero di mercati (elettrotecnica e meccanica). Questa opportunità non è stata, e forse non poteva essere colta, da tutti i comparti produttivi dell’industria manifatturiera del nostro Paese.I settori produttori di beni di consumo (elettrodomestici, mobili, farmaceutica), insieme ai produttori di beni destinati all’edilizia, hanno risentito della debolezza della domanda italiana e dei paesi europei, andando incontro ad uno stallo e in alcuni casi ad una retrocessione. All’interno di questi settori, solo le imprese con una maggiore proiezione verso i paesi extra Ue e con un forte posizionamento in termini di qualità e contenuto innovativo dei prodotti potranno comunque accaparrarsi e godere, come già negli ultimi anni, di condizioni di mercato più favorevoli.

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