Un’app come passaporto digitale in grado di rilanciare i viaggi aerei internazionali e prevenire così il crollo dei settori che sono stati duramente colpiti dalla pandemia Covid? Una strada piena di incognite, ma le compagnie aeree hanno potenziato i loro sforzi per trovare le soluzioni più promettenti per tornare a volare in sicurezza.

Le premesse

Innanzitutto va precisato che si tratta di misure in fase di sviluppo e attualmente in fase di sperimentazione su alcune rotte internazionali. Per una più ampia diffusione sarà necessario adottare standard comuni riconosciuti dalle autorità governative. In secondo luogo, il possibile “decollo” di questi strumenti come lasciapassare per i viaggi internazionali solleva questioni etiche, dalla protezione della privacy al rispetto dei diritti umani (ad esempio, come evitare discriminazioni legate all’accesso a strumenti tecnologici/sanitari).

Il Travel Pass IATA

L’International Air Transport Association (IATA) ha annunciato il suo travel pass IATA, un pass sanitario digitale da usare per sbloccare le frontiere e abolire l’obbligo di quarantena. L’app consente alle autorità portuali di visualizzare (tramite Qr code) tutte le informazioni sulla salute dei passeggeri, compresi i test Covid e le vaccinazioni. L’associazione prevede di rilasciare l’app nel primo trimestre del 2021 per Android e iPhone, ma ha bisogno di raggiungere un accordo con le agenzie governative.

Il CommonPass

Una delle iniziative più avanzate è CommonPass, un passaporto sanitario progettato per consentire alle autorità aeroportuali di controllare i risultati dei test Covid e lo stato di vaccinazione di ogni passeggero. Secondo il New York Times, alcune compagnie aeree (come United Airlines e Cathay Pacific) hanno iniziato a testare CommonPass già a ottobre. Nelle ultime settimane, altre importanti compagnie aeree internazionali hanno aderito al Common Trust Network, tra cui JetBlue, Lufthansa, Swiss International Airlines e Virgin Atlantic. In questi giorni, le compagnie hanno iniziato a utilizzare l’app su alcuni voli in partenza da città come New York, Boston, Londra e Hong Kong. Il World Organization of Airports Council International (ACI), che rappresenta circa 2.000 aeroporti in tutto il mondo, ha aderito al Common Trust Network. Ciò significa che l’uso dei pass potrebbe espandersi ad altre capitali nelle prossime settimane.

Come lo IATA Travel Pass, CommonPass mira a fornire informazioni sui requisiti di ingresso all’estero e a fornire una piattaforma verificata per l’archiviazione e la visualizzazione dei risultati dei test e delle vaccinazioni. L’applicazione dovrebbe aiutare a fugare la confusione dei viaggiatori sui requisiti di ingresso. Allo stesso tempo, solleverebbe le autorità per l’immigrazione e il personale delle compagnie aeree dal compito di vagliare la legittimità di una serie di documenti sanitari, potenzialmente in più lingue e formati.

Gli sviluppatori

Sviluppatrice dell’app è un’organizzazione senza scopo di lucro con sede a Ginevra chiamata Commons Project Foundation, supportata dalla Fondazione Rockefeller. Anche le grandi aziende tecnologiche si stanno attivando. IBM ha sviluppato una propria applicazione chiamata “Digital Health Pass”, che consente alle aziende di personalizzare gli indicatori richiesti per l’ingresso, inclusi i tamponi, il controllo della temperatura e le registrazioni delle vaccinazioni. Le credenziali corrispondenti a questi indicatori vengono memorizzate in un portafoglio mobile.

Uniformità degli standard

Una delle questioni chiave di questi passaporti elettronici per i vaccini è l’adozione di standard uniformi che possono essere riconosciuti dalle autorità governative, in modo da evitare la frammentazione e la confusione che possono danneggiare le prestazioni delle applicazioni di tracciamento in molti paesi. Il programma Covid-19 Credentials Initiative sta lavorando per risolvere questa sfida. L’organizzazione è composta da oltre 300 persone e rappresenta dozzine di organizzazioni in cinque continenti, tra cui anche CommonPass e IBM.

Intanto, dall’OMS..

Attualmente, le comunicazioni ufficiali sui passaporti sanitari digitali sono ancora un po’ confuse. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sembra contraddire le proprie raccomandazioni. In un incontro con la stampa dell’OMS a Copenaghen il 4 dicembre, la dottoressa Catherine Smartwood, alto funzionario europeo per le emergenze dell’OMS, ha ribadito che l’agenzia non raccomanda l’uso di passaporti di immunità o test per prevenire la trasmissione transfrontaliera e che invece raccomanda ai paesi di controllare i dati di trasmissione all’interno e all’esterno del confine e adattare di conseguenza le guide di viaggio per le persone. Tuttavia, allo stesso tempo, in ottobre l’OMS ha firmato un accordo con l’Estonia per collaborare allo sviluppo di certificati di vaccinazione digitali o “cartellini gialli smart”. L’idea alla base dell’accordo è rafforzare la motivazione per la vaccinazione, garantire pari opportunità per i vaccini e, infine, porre fine alle restrizioni pandemiche attraverso l’immunità attiva acquisita.

Insomma, il problema esiste ed è molto attuale. E l’impatto di queste nuove condizioni di viaggio sulla privacy, i diritti e la libertà di movimento rappresentano l’indirizzo che sta prendendo il dibattito.

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