Marcello Magnani, l’atleta. Marcello Magnani, il manager.
“L’atletica respinge chi non si cala a pieno nel suo mondo. Per starci dentro, bisogna parlarne il linguaggio”. In questa maniera, sprintosa ed energica, inizia la nostra chiacchierata con Marcello Magnani, originario del ferrarese, figlio di Massimo, il maratoneta, da una vita alle prese con self control, equilibrio e buona respirazione. Vi raccontiamo il perchè. In maniera speculare al padre, Marcello si avvicina al mondo dell’atletica nel ’95.
Come si struttura una settimana tipo per Lei?
“Sui sette giorni di cui si compone una settimana, normalmente trascorro cinque di questi via da Ferrara, tra l’Italia e l’estero.”
La famiglia come risponde?
“Mio padre in questo momento è il CT della Nazionale di Atletica leggera. Con lui, sembrerà strano, riusciamo a vederci alle volte soltanto all’interno delle competizioni mondiali, in una parte o l’altra del mondo, io come rappresentante degli atleti che di volta in volta seguo, mio padre come tecnico. In conclusione ci vediamo realmente poco.”
Sul fronte delle collaborazioni: cosa è stato fatto e cosa si prospetta in futuro?
“I quarantadue atleti da me rappresentati riempiono la mia agenda lavorativa. C’è un progetto molto importante in Sardegna, precisamente a Chia. Abbiamo sottoscritto un’intesa dodecennale con un’importante polo alberghiero lì presente per la promozione dello sport e del territorio. Stiamo dialogando con l’Oman e l’Azerbaigian. In Oman ho un progetto legato alla salute. Vorremmo creare un percorso che conduca il cittadino medio ad uno stile di vita sano. La prossima estate molto probabilmente saremo a Baku per le Olimpiadi giovanili per lavorare ad una grande campagna di sensibilizzazione sull’importante questione della salute. L’idea poi di organizzare una maratona internazionale a Baku sarebbe molto allettante”.
Tra i numerosi progetti, gli atleti rappresentati, i collaboratori e i viaggi di lavoro ritorniamo forse ad un dato passato inosservato: quanti anni ha Marcello? “Trentasei, ma c’è ancora tanta tanta strada da fare per raggiungere il top.” Parola di un runner.