
L’allarme di infiltrazioni mafiose nel piano di Recupero europeo per una svolta alla pandemia rappresenta uno dei temi al centro del tavolo di lavoro cominciato nella mattinata del 15 settembre presso la Scuola superiore di Polizia a Roma.
Presso la sede della Scuola in via di Pier della Francesca a Roma, con i vertici delle forze di polizia di Francia, Spagna, Austria, Regno Unito e Svizzera – in presenza – ed i rispettivi ufficiali di Germania, Polonia, Svezia ed Olanda – in diretta streaming – ci sono il direttore esecutivo dell’agenzia europea di contrasto al crimine Europol Catherine De Bolle ed il vice direttore generale del Dipartimento della pubblica sicurezza Vittorio Rizzi, coordinatore del Gruppo di lavoro a livello nazionale sul Covid-19 in seguito all’incarico del Ministro dell’Interno Lamorgese e del Capo della Polizia Gabrielli.
Il punto
“Le mafie puntano ai soldi del Recovery Fund. Bisogna pertanto vigilare sui fondi in arrivo”. Ha precisato durante l’odierna sessione di lavoro il funzionario De Bolle, per la quale in Europa si starebbe assistendo ad un incremento sensibile delle infiltrazioni mafiose all’interno del tessuto economico e produttivo.
In particolare ha precisato il direttore esecutivo di Europol “i fondi costituiti dagli Stati membri sono già stati presi di mira dalle organizzazioni criminali e prevediamo lo saranno ancora di più. È fondamentale – ha spiegato – che i paesi dell’Unione Europea comprendano che le mafie hanno puntato sui fondi stanziati per superare la crisi prodotta dal Covid-19”.
Nessun lockdown per la sicurezza
A rassicurarlo il prefetto Rizzi: “Né le forze di polizia dei nostri Paesi; né Europol hanno mai smesso di lavorare, così come non si è mai fermata la cooperazione di polizia”.
“Oggi – ha proseguito poi – più che mai ci presentiamo come una squadra unita che al di là delle difficoltà e degli ostacoli che incontriamo quotidianamente, vuole mandare un messaggio preciso alla criminalità: noi ci siamo”.
Fonte foto Polizia di Stato
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