Di sicuro ne avete sentito parlare da quando è iniziata la pandemia, e magari vi anche capitato di parlare con qualcuno di loro. Ma chi sono i negazionisti? Cosa li porta a negare un evento che ha sconvolto la vita di tutti sul pianeta, causando più di due milioni di morti?
Definizione
I negazionisti sono gruppi di persone (al cui interno possiamo trovare da gruppi più moderati fino a gruppi molto estremi) che hanno in comune un atteggiamento volto negare la veridicità di un determinato evento. E’ un fenomeno ricorrente nella storia, e solo nell’ultimo secolo si sono visti negazionisti dell’Olocausto, dell’allunaggio, del cambiamento climatico e, infine, del Covid-19.
Nel caso attuale, mentre i negazionisti più moderati sono scettici sulla potenziale mortalità del Covid-19, i più estremi considerano tutta la pandemia, così come le persone decedute, una mera invenzione.
Quindi, per cercare di convincere il resto della popolazione che il loro punto di vista sia del tutto legittimo e ragionevole, ricorrono a tattiche retoriche (tra cui quella del complotto) che auto-confermino la loro ipotesi.
Il meccanismo psicologico
Un articolo recentemente uscito su Lancet, una rivista scientifica inglese, ci può aiutare a capire come funzioni il meccanismo psicologico che porta al negazionismo. E come questo fenomeno divenga spesso in grado di influenzare la società.
Infatti, partendo dal fenomeno negazionista visibile in quest’ultimo anno, di cui fanno parte tutte quelle persone che si rifiutano di eseguire le indicazioni mediche per poter contrastare la diffusione del Covid-19, è chiaro come la questione non sia solamente astratta ma abbia delle ricadute pratiche e sociali.
Diniego
Il negazionismo sarebbe dunque un fenomeno sociale nato grazie all’utilizzo di un meccanismo di difesa ben noto alla psicoanalisi, definito come diniego. Il diniego sarebbe quindi una forma di difesa che permette il disconoscimento di dati provenienti da realtà fortemente destabilizzanti o angoscianti provenienti dal mondo esterno.
Questo vuole dire che quando la realtà esterna viene vista come molto minacciosa, o quando la nostra mente non è abbastanza forte da poterla affrontare, tale realtà viene negata.
Il gruppo
Entra dunque in gioco il “gruppo”, fondamentale per trovare coerenza e stabilità della propria identità. Il gruppo viene visto quale luogo dove si riconosce un insieme di persone che condividono le stesse idee, le quali si autoalimentano a loro volta.
I complottisti
Ecco quindi che si inseriscono le teorie del complotto. Una produzione, cioè, di idee che vogliono fornire spiegazioni alternative rispetto ad una realtà che difficilmente può essere negata.
Inoltre il complotto si regge sull’assunto secondo cui più l’evento è grande, più ci deve essere una causa non detta, non spiegata dal caso ma dovuta all’azione di qualche altro gruppo di persone con intenti malefici.