“Precursori di un nuovo modo di fare Università” è stato il cappello giornalistico introduttivo per il presidente dell’Università Pegaso, Danilo Iervolino, intervenuto a SkyTg24 durante la prima mattinata di domenica 7 giungo.

L’intervento del presidente Iervolino ha fatto seguito alle parole di Gaetano Manfredi, ministro dell’Università e della Ricerca, sull’eventuale  introduzione di pannelli distanziatori in plexiglass all’interno delle aule universitarie.

“Non credo – ha da subito chiarito il ministro – Sicuramente, le idee alle quali si sta pensando sono su una maggiore disponibilità di aule, su una rotazione degli studenti e su un allungamento dell’orario. Anche perché l’università ha una didattica più flessibile rispetto alla scuola. Il sistema sarà basato su una diversa organizzazione per garantire a tutti gli studenti la frequenza”.

Le criticità del piano organizzativo sarebbero, a detta di Manfredi, riscontrabili nelle sostanziali differenze presenti tra gli atenei italiani, dunque “piani dettagliati, università per università”.

Il momento di Pegaso

Da tale costatazione a proposito di “università molto diverse tra loro”, prende le mosse l’intervento di Danilo Iervolino.

“Sicuramente, all’inizio la formazione telematica veniva considerata come una formazione trasgressiva, poco omologata e rassicurante rispetto alle università tradizionali. – Esordisce il presidente – Chiaro che nel corso del tempo il modello è stato sdoganato”.

Poi con la pandemia e la necessità di distanziamento sociale “la consacrazione”.

La visione del Presidente

In relazione al piano di organizzazione preannunciato dal ministro Manfredi, il presidente Iervolino ha esposto concettualmente quale dovrebbero essere oggi i modelli auspicabili di università e formazione: “Non si può più parlare di vecchi anfiteatri del sapere refrattari alle nuove tecnologie. Penso che un po’ tutte le università abbiano abbracciato i nuovi linguaggi semplici, ibridi, contaminativi del web”.

Chiarendo però: “Una video-conference non può essere considerata formazione a distanza. Per fare formazione a distanza c’è bisogno di metriche ben codificate, c’è bisogno di una tecnologia con grandi strumenti di condivisione, con video on demand, con esercitazioni, con tutoring, con attività social. Tutto per rendere lo studio ed il coinvolgimento dello studente travolgenti”.

Esami online trasparenti

Al termine di un percorso di formazione arriva il momento della prova, della dimostrazione della conoscenza. Ma cosa accade quando non è possibile – con riferimento al tempo presente – sostenere gli esami in presenza?

Spiega Iervolino: “Come Università Pegaso abbiamo brevettato un modello ed un tool attraverso i quali lo studente in piena sicurezza, trasparenza e veridicità può sostenere l’esame online. Attraverso l’analisi biometrica facciale lo studente viene riconosciuto; entra nella piattaforma in un lasso di tempo prestabilito; sostiene l’esame ed una commissione lo valuta. Tutto questo viene tracciato, monitorato e conservato nel cloud”.

L’appello alle donne per le STEM

Le cosiddette discipline scientifiche presentano ancora un gap di adesioni tra la popolazione studentesca femminile: unanimi gli appelli del ministro Manfredi e del presidente Iervolino.

“Un tema – argomenta Manfredi – al centro del grande piano di investimenti e riforme in collaborazione con il governo, anche in relazione degli investimenti europei del Recovery Fund. Ci sarà un grande piano di interventi sulla formazione superiore: tra gli assi aumentare le competenze digitali a tutti i livelli della formazione italiana e fare in modo che la componente femminile, rappresentando una delle più grandi risorse per il futuro, possa essere più coinvolta”.

Infine, conclude il presidente Iervolino: “Le università devono essere più democratiche, più aperte, più collegate al mondo del lavoro. Devono strizzare l’occhio alle nuove tecnologie. I corsi devono essere diretti alle startup, all’industria 4.0. Le università devono rivolgere la propria offerta non più ai giovani ma anche agli adulti, nel solco del lifelong learning. Un’università più flessibile ed aperta a tutti: ai giovani, ai lavoratori, a chi ha problemi di mobilità”.

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