Per lo Scudetto è una cosa a tre. Confronto tra le squadre e le società, tra i valori tecnici e i numeri dei bilanci per capire alla fine chi vincerà.

Confronto tecnico
Il confronto tecnico tra le squadre dice ancora che la Juventus ha qualcosa in più. Di sicuro in termini di equilibrio in campo, con un pacchetto difensivo composto dalla difesa della Nazionale, affidato a Gigi Buffon tornato (seppur a tratti) ai suoi livelli, e al pacchetto centrale Bonucci/Chiellini capaci di giocare ad altissimi livelli da anni. E un centrocampo dove Pirlo appare sempre più determinante, consentendo alla squadra di avere un “cervello” pensante e dotato di straordinari colpi e imponendo all’avversario il problema di limitarne le giocate. Meno “pesante” l’attacco affidato a Carlitos Tevez, che solo da poco può contare sui gol di Fernando Llorente, ma si giova delle incursioni di Arturo Vidal. La Roma travolgente di inizio stagione è la principale sorpresa del campionato ma anche la squadra che può rappresentare la variabile impazzita del torneo. L’affidabilità di Totti e De Rossi, si sposa perfettamente con le doti dei ragazzini terribili che Garcia sta trasformando in calciatori veri: Pjanic, Florenzi e Gervinho. Tra i pali l’ex azzurro Morgan De Sanctis pare vivere una seconda giovinezza e ha rischiato di frantumare tutti i record di imbattibilità grazie a partite superlative in avvio di torneo. Un mix che conferisce ai giallorossi una indeterminatezza che può rompere gli schemi, superare le aspettative e regalare alla città un titolo atteso da anni. In casa Napoli, la rivoluzione d’estate con cambio tecnico, addio di Cavani, Campagnaro e De Sanctis, arrivo di una folta comitiva di facce nuove, rischiava di creare un vero e proprio terremoto. E invece Benitéz, allenatore esperto, sornione, furbo, ha subito trovato la quadratura del cerchio ed ha fatto disputare ai suoi un eccellente girone di Champions, mentre in campionato galleggia nei pressi della vetta, seppur avendo reso le armi proprio a Juventus e Roma. Delle tre, il Napoli è la squadra con i maggiori problemi in difesa, con l’equivoco irrisolto del “centrale sinistro”, il ridimensionamento dinamico di Maggio e l’infortunio di Zuniga. Ma ha il potenziale maggiore in attacco, dove Higuain, Pandev, Hamsik, Callejon, Insigne e Mertens sono calciatori capaci di risultare determinanti e travolgenti. L’uscita dalla Champions e l’ingresso in Europa League potrebbe consentire all’allenatore Spagnolo di vincere la sua terza coppa, ma anche di portare a Napoli un trofeo che manca da tantissimi anni.

Confronto societario
La dimensione societaria, l’impostazione centenaria e il riequilibrio dei conti perseguito con l’avvento del direttore sportivo Giuseppe Marotta, ma anche e soprattutto la realizzazione dello “Juventus Stadium”, l’unico interamente di proprietà di una squadra di calcio di massima serie in Italia, sono gli elementi cardine su cui si fonda la fortuna e la solidità del club. Un club dalla grandissima tradizione che però, seppur non adottando la formula del tetto degli ingaggi, ha contenuto moltissimo i suoi investimenti, riuscendo a puntare su calciatori che altri immaginavano fossero “finiti” (vedi Pirlo con il Milan) invece ha saputo valorizzarli. Traendo, cioè, il massimo dal punto di vista tecnico e di risultati, con plusvalenze che oggi rappresentano un vero e proprio tesoro per la società. Di sicuro la solidità del gruppo imprenditoriale torinese alle spalle ha sempre rappresentato, ma ancora rappresenta, il vero punto di forza del club. E gli accordi commerciali che si intrecciano, seppur non ufficialmente, offrono alla Juventus squadra quell’appeal che, in alcuni casi, è sfociato in ambiti diversi di quelli calcistici, fino ai provvedimenti revoca delle vittorie maturate sul campo. Per la Roma il discorso è diverso. Il club, che oggi ha una proprietà statunitense, nel marzo del 2011 è stato ad un passo dall’essere penalizzato per il mancato pagamento degli stipendi ai sui calciatori. Solo l’intervento di Unicredit (azionista di maggioranza e principale creditore), evitò il peggio. Successivamente la società cambia assetto e proprio grazie all’operazione condotta da Unicredit, che agevola anche l’uscita della famiglia Sensi dal club, passa nelle mani di Thomas Di Benedetto, che acquisisce ha un nuovo socio di maggioranza, l’americano di origini italiane deteine il 60% insieme a James Pallotta (attuale presidente), Michael A. Ruane e Richard A. D’Amore, mentre Unicredit conserva il 40%. Conti in ordine, enorme potenziale vocazione internazionale per un club che vuole vincere, possibilmente subito. Dal punto di vista societario e dei conti il Napoli è un esempio europeo di “Fair play finanziario”. L’idea di Platini, che rischia di naufragare a causa del Paris Saint Germain, è stata subito accolta dal vulcanico produttore che ha immediatamente inserito il tetto ingaggi. Opzione “saltata” prima con Cavani e ora con i nuovi arrivi, Higuain su tutti, ma che negli anni ha consentito al Napoli di avere conti in ordine, plusvalenze ed equilibrio finanziario. Resta il dubbio se tutto ciò consentirà comunque al club di vincere qualcosa, ma alla luce di ciò che è accaduto negli ultimi anni sembra più importante la capacità di muoversi nelle stanze del potere rispetto a quella di avere i numeri in equilibrio.

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