In uscita la raccolta che unisce linguaggi musicali moderni alla poesia dei testi del passato. E punta al jet set internazionale della musica.
Chissà cosa avrebbero detto il monumetale Sergio Bruni o il delicato chansonnier Roberto Murolo, per non parlare del più noto innovatore della canzone napoletana, Renato Carosone, se avessero potuto ascoltarsi in “Napoli files”(edizioni Leonardi), il compendio di 12 must della canzone classica napoletana rivisitati in chiave swing-house e funky, con delicate incursioni anche nel jazz e nel blues. E nel tango.

Se avvessero potuto ascoltasi, dicevamo. Si, perchè le dodici tracce, più un inedito interpretato da Pietra Montecorvino e Cristina Donadio, sono cantate proprio dai big della canzone classica napoletana che le resero celebri in tutto il mondo, come “Anema e Core” interpretata da Nilla Pizzi, o “Scalinatella” del trio Carosone o ancora “O’ sole mio” cantata da Sergio Bruni e “Malafemmena”, testo di Toto’ e voce di Roberto Murolo.

A resuscitare i grandi interpreti e musicisti, fatta eccezione per la Nuova Compagnia di Canto Popolare e Raiz, l’insolito duo napoletano dei South Designers che corripondono alla persona di Antonio Fresa, pianista, arrangiatore, autore di colonne sonore di pregio, come quelle del pluripremiato film “L’arte della felicità”, e di Fabrizio Fiore, musicista, remixer, programmatore musicale, produttore e tanto altro.

«Napoli files – spiegano i South Designers – ha voluto unire il passato al presente: i classici sono stati rielaborati in versione 2.0 senza mai perdere di vista la qualità, la cifra stilistica e la bellezza che si respira nelle versioni originali, nel nostro progetto utilizzate sapientemente in una nuova forma».
La scommessa, non affatto scontata, dell’insolito duo è stata infatti proprio quella di districarsi non solo nell’immenso patromonio della canzone classica napoletana, la più famosa al mondo, ma anche e soprattuto di sapere bene incastonare questa pietra preziosa su montature moderne facendola apparire come un unicum.
«Un lavoro decisamente non facile – conferma Antonio Fresa – in considerazione del fatto che le voci utilizzate in questo progetto sono tutte originali, quindi, caratterizzate dagli stilemi del tempo».
Ed è proprio qui che i South Designers si sono giocati tutta la loro esperienza e abilità di musicisti di lungo corso perchè “Napoli files” è sintesi perfetta tra l’aspetto puramente artistico e quello rigorosamente tecnico, sintesi che ci consente di ascoltare per esempio “O’ sole mio” in chiave sinth-pop o “Luna Rossa” in una briosa versione disco-funk senza gridare alla stonatura o alla profanazione dei grandi classici, ma godendo invece di un felice accostamento di epoche che mira a captare nuovi followers.
Un’ ambizione esplicita e insita nel progetto musicale stesso che intende rilanciare nel mondo con un abito chic, al passo coi tempi moderni, la canzone classica napoletana e quindi strizzare gli occhi ai giovani e ai loro abituali luoghi di frequentazione, come lo possono essere le discoteche. Un’ambizione facilitata dallo straodinario momento di gloria che Napoli sta vivendo in termini di turismo e notorietà mediatica e che le restituisce dignità nel panorama mondiale, quasi sempre ingiustamente occupato da narrazioni scure e parziali del Paese Do’ ‘ Sole.
Dai riscontri, di critica e pubblico, che “Napoli files” sta ricevendo dal 5 maggio ad oggi (alcuni brani saranno inseriti nella programmazione musicale di Radio 105 e Radio Monte Carlo) i South Designers posso dirsi soddisfatti della loro sperimentazione e sufficietemente motivati a continuare la loro necessaria e positiva opera di invasione mondiale del made in Naples, perchè come dice l’ineguagliabile Luciano De Crescenzo “dovunque sono andato nel mondo ho visto che c’era bisogno di un po’ di Napoli”.