Le metropolitane, forse ancor più delle stazioni dei treni dei servizi statali nazionali, si “propongono”, nella contemporaneità, come luoghi della “frequentazione di massa” per eccellenza. L’umanità che vi transita è talmente varia, il ritmo del passaggio degli individui è talmente costante ed irrefrenabile, che la “discesa” nel mondo degli spostamenti sotterranei costituisce quasi un’esperienza artistica: è come “calarsi” in un “museo” in cui ciò che è esposto è lo “scorrimento” veloce ed infinito delle vite umane. E quale posto migliore per centinaia di installazioni di pop art, diffuse nelle più vaste linee metropolitane del mondo?

Il viaggio in metro, per centinaia di migliaia di persone nel mondo, costituisce un frammento di assoluta quotidianità. Si “scende” in metro per andare al lavoro, per recarsi in palestra o ad un allenamento sportivo, per raggiungere gli amici ad un aperitivo, insomma per i più “banali” spostamenti nell’ambito della città. Questo è forse il motivo più lampante per cui il mondo sotterraneo delle metro è il “luogo pop” per eccellenza. Neanche la street art, intendendo con essa l’insieme delle espressioni artistiche eseguite o “installate” per le strade in superficie, possiede alcune qualità della metro art, se così possiamo dire. Il vissuto underground nelle viscere delle linee metropolitane comprende, infatti, passaggio ed attesa insieme. La metro bisogna prenderla in tempo, e dunque non ci si ferma mai, lungo le scale mobili o i tapis roulant. Ma arrivati in banchina, si è costretti a fermarsi, e a vivere l’immobilità del gruppo che aspetta. 

Il passaggio quotidiano: un “approfondimento infinito” dell’opera d’arte

Ripetitività quasi “ossessiva” e “immobilità” caratterizzano il nostro percorso in metro. Sempre le stesse pareti, gli stessi corridoi: dunque le opere di metro-art ci “entrano dentro” giorno dopo giorno, goccia dopo goccia, durante i nostri silenzi assorti, magari lungo le scale mobili. Non possiamo “scampare” a questa “dolce” erosione quotidiana (per rimanere nella metafora della goccia d’acqua che modifica ogni giorno, pianissimo, la roccia). Poi, una volta in banchina, come detto, l’attesa: e ancora una volta, se c’è l’opera di un metro artist, essa ci penetrerà dentro pian piano, viaggio dopo viaggio. Insomma, l’artista contemporaneo è alle prese con un aspetto in più della “fruibilità” della sua opera, se è chiamato a “consegnarla” al popolo delle metro. Questo aspetto è l’esposizione interminabile dell’opera stessa: non siamo in un museo, siamo in una bolla sotterranea in cui l’opera dialogherà con l’individuo per anni e anni, ogni giorno. E’ quasi impressionante. 

Alcune metropolitane pop famose

Teniamo presente quanto è vasto questo “mondo sommerso”: la linea Metro di Londra misura 460 Km, quella di New York 368, a Madrid la linea è di 324 Km, a Parigi di 219. In Italia, la metro di Milano non scherza, con i suoi 96 Km, mentre i binari underground di Roma arrivano a 60 Km. Lo “spazio metro” mondiale, idealmente considerato come una “dimensione esperienziale” unica, è dunque veramente immenso. Riservandoci di trattare delle opere di metro-arte più belle (come meraviglioso esempio di innovazione nel rapporto artista-pubblico) in un successivo articolo, ricordiamo solo la straordinaria peculiarità di questi immensi “musei pop sotterranei”: la loro “fruizione”, di fatto, è il viaggio stesso. Dunque da contemplare c’è sia la folla di volti vivi, sia la “ferma installazione figurativa”. Quest’ultima quasi non la notiamo più, ma in realtà insiste ogni giorno sul nostro sguardo, fino a diventare parte di noi. 

 

 

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