Sulla futura proprietà di Borsa Italiana, che dal 2007 fa parte del London Stock Exchange Group, è corsa a tre: perché dopo le manifestazioni d’interesse di Deutsche Borse e Swiss Exchange, nella corsa alla rilevazione della piazza affaristica italiana s’inserisce Euronext, società già gestrice delle borse di Belgio, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo e Norvegia.
Cosa dicono da Euronext
Andiamo alla fonte, riprendendo il comunicato ufficiale del gruppo borsistico che in data odierna offre nuove precisazioni e suggella i rumors circolati al seguito di una prima comunicazione, l’11 settembre.
Venerdì infatti, Euronext confermava di essere “attualmente in trattativa con Cassa Depositi e Prestiti Equity – CDP Equity – per presentare un’offerta al London Stock Exchange Group plc per l’acquisizione del business e dei principali asset operativi di Borsa italiana”.
Oggi, in continuità con quanto preannunciato venerdì, il gruppo Euronext ha svelato nuovi e maggiori dettagli sulla trattativa in corso: “Euronext – spiega il comunicato – conferma la presentazione di un’offerta non vincolante al London Stock Exchange Group plc per l’acquisizione di Borsa Italiana”. Ma un ulteriore player viene presentato: “La partnership CDP Equity ed Intesa SanPaolo”, sebbene chiariscono che non esista al momento alcuna certezza che lo stato attuale della trattativa conduca ad una transazione.
La conclusione delle trattative
Nulla ancora può essere detto su chi e quando alla fine rileverà Borsa Italiana: con grande probabilità – riprendendo quanto pubblicato dal Sole24Ore – lo spazio temporale delle consultazioni per una definizione dell’accordo dovrebbe avere una fine ideale fissata dal LSE intorno alla seconda metà di ottobre. Sul valore dell’offerta non vincolante sempre il quotidiano economico riporta la cifra di 4 miliardi da parte di Euronext.
Perché la vendita di Borsa Italiana
Alla base motivazioni di natura legale: il London Stock Exchance Group per la finalizzazione dell’acquisto da 27 miliardi di Refinitiv, tra i maggiori fornitori a livello globale “di dati e infrastrutture sui mercati finanziari” sarebbe costretto a vendere Borsa italiana per avere infine il via libera definitivo – il prossimo 16 dicembre – dall’Antitrust europeo.
Foto di Giovanni Dall’Orto; fonte Wikimedia
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