Una stagione dei matrimoni che non può definirsi stroncata sul nascere e da data da destinarsi almeno in Campania, regione nella quale le organizzazioni di categoria attendono il disciplinare regionale.
Da preservare c’è tutto l’indotto industriale del quale si compone il settore, che almeno fino allo scorso anno a livello nazionale valeva oltre 40 miliardi di euro – Fonte Istat – e coinvolgeva oltre 56mila aziende italiane.
L’incontro della Regione con i rappresentanti di categoria
Durante l’incontro del 7 maggio tra l’Unità di Crisi e le associazioni ed i rappresentanti dei ristoratori, esercenti bar e pasticcerie, ed organizzatori di eventi, il governatore De Luca ha garantito “Massima collaborazione. Saranno importanti e decisive tutte le proposte che arrivano dal comparto”.
Ed ha aggiunto: “La Regione terrà conto nel caso specifico del settore, delle diverse articolazioni delle criticità, delle diversità dell’offerta di servizi e delle peculiarità del turismo e dell’accoglienza che rappresentano un settore determinante per il rilancio della nostra economia”.
In arrivo nuovi protocolli e disciplinari
L’Unità di Crisi regionale è al lavoro su un protocollo che risponda quanto più possibile in maniera aderente alle esigenze degli esercenti. In vista, inoltre un disciplinare specifico per il settore degli eventi, tra i quali vengono compresi i matrimoni.
Le conseguenze nazionali della pandemia
Si stima una perdita enorme per circa 26 miliardi di euro con 17mila feste nuziali cancellate tra marzo ed aprile e 50mila che in previsione si prospettano essere cancellate tra maggio e giugno. Dunque, senza contare i ricavi mancati tra luglio e settembre anche in riferimento alle misure del Governo sul distanziamento sociale.
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