mail

Siamo portati a pensare che le nostre gesta digitali poco abbiano a che fare con la questione dell’inquinamento. Sarà per l’immaterialità, o per la quantità di operazioni che ogni giorno compiamo online, ma ci riesce difficile credere che una semplice mail possa inquinare. E invece è proprio così e a dirlo è un report di Capgemini, società di consulenza informatica operante in vari settori. 

Emissioni destinate ad aumentare

È il dato forse più preoccupante del report. Oggi l’information technology genera circa il 4% delle emissioni di CO2, percentuale in costante aumento dal 2010 e che arriverà ad essere tre volte tanto entro il 2025. Sempre al 2025, l’impronta di carbonio generata dalle imprese dell’information technology potrebbe arrivare a un’impronta di carbonio equiparabile a quel di 463milioni di veicoli all’anno sulle nostre strade.

L’impegno dei big

Nonostante questi aumenti, dati dalle stime di Capgemini, molte aziende del settore sono attualmente impegnate nel taglio del proprio impatto sull’ecosistema. Si possono citare Microsoft e Google, che rispettivamente contano di utilizzare solo energie rinnovabili entro la data x e di liberarsi (entro il 2030) delle fonti combustibili di energia. 

Il nostro impegno

Come accennato, anche i semplici gesti che compiamo ogni giorno tramite il web possono avere un impatto ambientale non indifferente. Ad esempio, una semplice ricerca su google rilascia 0,2g di CO2 nell’atmosfera.  Inviare una mail con allegato ne immette invece 50g. Potremmo quindi ridurre le nostre ricerche superflue sul web, inviare mail con allegati compressi. Buona pratica sarebbe anche affidarsi a servizi di archiviazione temporanea, che eliminano i dati una volta concluso il trasferimento. Anche le mail che conserviamo sui server hanno un peso, quindi si potrebbe procedere a una pulizia frequente. Esistono poi i metodi già collaudati e conosciuti ai più, come collegare più apparecchi elettronici a una multipresa, da accendere solo all’occorrenza, e disattivare le funzioni non utilizzate sui nostri smartphone (come il WiFi o il GPS). Anche disattivare la webcam durante le videocall quando non necessaria aiuta a risparmiare in emissioni.

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