Ci sono persone che attraverso le esperienze più impegnative e dolorose riescono a costruire un percorso virtuoso, vincente e di generare esempio. In questa categoria rientra senza ombra di dubbio Luca Pancalli,attuale presidente del CIP, Comitato Italiano Paralimpico. Pancalli, come Alex Zanardi, ha trasformato infatti una disabilità sopravvenuta in una sfida che lo ha portato a primeggiare nel nuoto Olimpico emondiale, con medaglie d’oro che raccontano molto della sua tempra. Lo sportivo ha poi intrapreso con successo la carriera di dirigente per promuovere lo sport come volano di inclusione sociale.
In occasione di una convenzione firmata con l’Università Pegaso,“L’accordo con l’Università Pegaso da’ la possibilità a ben 500 ragazzi paralimpici di formarsi” il presidente del CIP ci rilascia un’intervista a 360 gradi, che inizia proprio sottolineando questo importante accordo. “
Accordi come quelli con l’Università Pegaso, che danno la possibilità a ben 500 ragazzi disabili paralimpici di formarsi, dimostrano che con la volontà giusta non esistono differenze tra dimensione pubblica e privata per raggiungere obiettivi di questo tipo”. Pancalli sottolinea quanto studiare sia un fattore determinante di maturazione per questi ragazzi, partendo proprio dalla sua esperienza di vita che lo ha visto laurearsi in Legge e poi praticare la professione di avvocato.
Come si approccia il terzo settore verso l’attività paraolimpica?
Dal mio osservatorio, constato una crescita costante di attività legate al terzo settore e alla promozione sociale. Nei nostri riguardi poi ho visto sempre grande disponibilità e forse anche il momento di crisi generale attuale porta a rafforzare lo spirito di solidarietà verso il nostro quotidiano impegno.
Da poco è partita la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024, come vede questa possibilità?
I giochi Olimpici e Paralimpici nella Capitale, avrebbe un effetto straordinario in termini di accessibilità inclusione. Un evento di questo richiamo spingerebbe”
Le Olimpiadi di Roma sarebbero una chance di inclusione fisica e culturale per chi ha disabilità” le amministrazioni, anche se ci sono già miglioramenti, a accelerare il percorso di abbattimento di barriere in città, dando ai giovan i disabili la possibilità di vivere con meno ostacoli e con spazi ben adattati alle loro esigenze. Poi c’è l’aspetto culturale. Ricordo le Olimpiadi di Londra, con l’ “invasione” di ragazzi in carrozzina in una città che li accoglieva a braccia aperte. Lo sport può essere metafora della vita e l’Olimpiade darebbe una enorme visibilità da trasformare in pari opportunità sociale.
A fine giugno ci sono stati i Giochi senza barriere, evento nato dal coraggio di Beatrice Vio
Una storia drammatica che però si è riusciti a trasformare in un momento di forza e reazione, anche grazie alla meravigliosa famiglia di questa stupenda atleta.
“A chi è depresso per futili motivi consiglierei di leggere con attenzione la storia di Beatrice Vio”
Beatrice ha anche scritto un libro che mostra come il suo sorriso sia da esempio per tutti noi, soprattutto per i tanti giovani che si lasciano prendere dalla depressione per futili motivi. Dovrebbero volgere lo sguardo verso questa storia.
Sport come il calcio professionistico, di cui è stato Commissario Straordinario per un periodo, cosa possono imparare dagli sport paralimpici?
Bella domanda. Posso dirle che il calcio, visto da dentro, non va dipinto come un ecosistema superficiale e senza valori. “Il calcio, soprattutto quello delle periferie e giovanile, ha ancora forte valenza educativa”
Anzi, ci sono tantissime realtà nelle periferie e tra i giovani, in cui ha una forte valenza educativa. Per quanto riguardo il calcio delle serie importanti, il grande impatto mediatico evidenzia in modo esponenziale ogni aspetto. Tuttavia certi disvalori che a volte emergono sono anche espressione della società in cui viviamo.
Lei ha due sogni, la riunione del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) con il Comitato che presiede e una “città dello sport” per disabili a Roma.
Assolutamente. Per la riunione delle realtè CONI e CIP sono in sintonia col presidente Malagò e attendiamo che i tempi maturino per un progetto di questo tipo, che difenda la peculiarità della nostra realtà, in un nuovo contesto unificato. Per la città dello sport paralimpico dell’Eur, nonostante la burocrazia, dopo tanti anni ci siamo. Sarà dotato di piscine, cinque campi da tennis, cinque da calcetto, campi di calcio, mensa e altro ancora. Una piccola Coverciano aperta a tutti.
Pierpaolo Basso