Visoni in gabbia all’interno di un allevamento ad Elgebo in Svezia

“Dalle 4 del mattino di sabato 7 novembre ai viaggiatori provenienti dalla Danimarca che arrivano nel Regno Unito verrà negato l’ingresso”. È l’ultima delle disposizioni del Regno Unito “per proteggere la salute pubblica a seguito dell’epidemia di visoni risultati positivi al Covid-19” nel paese nordeuropeo.

Una risposta alle modalità di diffusione del virus in Danimarca, anche a seguito delle speciali restrizioni annunciate giovedì 5 novembre dal primo ministro Mette Frederiksen che riguarderanno 280mila cittadini danesi della regione dello Jutland settentrionale a causa di una versione mutata del nuovo coronavirus legata agli allevamenti di visoni.

Con l’incombenza che una versione mutata del virus possa inficiare sulla realizzazione di qualsiasi eventuale vaccino, il primo ministro giovedì ha invitato gran parte dei cittadini della regione “a rimanere nella zona attuale per prevenire l’infezione”.

Pronti a test di massa

Nella stessa giornata all’annuncio di chiusura della regione Nordjylland, con una nota il presidente della giunta regionale Ulla Astman ha fornito informazioni sulla strategia di mappatura del contagio: “Siamo sulla buona strada per prepararci a test di massa fino a 280mila cittadini nel prossimo futuro. Si tratta dei cittadini di 7 degli 11 comuni della regione. Questo è un passo importante in termini di mappatura dell’infezione mutata, in modo che insieme possiamo garantire che i futuri vaccini contro Covid-19 funzioneranno come previsto”.

La decisione

Rappresentando “un rischio per l’efficacia di un futuro vaccino” con 207 allevamenti di visone nella regione danese dello Jutland colpiti e dodici persone infettate dal virus mutato si opterà per l’abbattimento dei visoni allevati in oltre mille aziende danesi, in termini numerici 17 milioni di animali.

Come riferisce la BBC “I visoni, come i loro parenti stretti i furetti, sono noti per essere suscettibili al coronavirus e, come gli esseri umani, possono mostrare una serie di sintomi, dall’assenza di segni di malattia a problemi gravi, come la polmonite”.

Seguendo la catena trasmissiva, l’animale “si infetta prendendo il virus dagli esseri umani”. Adesso però il contagio sembrerebbe essersi invertito: “Il lavoro di investigazione genetica ha dimostrato che in un piccolo numero di casi, nei Paesi Bassi e ora in Danimarca, il virus sembra essere passato dall’altra parte, dal virus all’uomo”.

Dunque, la più grande preoccupazione al momento è quella che tale nuova mutazione del virus trasmissibile da visone ad essere umano possa inficiare sul funzionamento dei vaccini umani.

Allarme anche in Italia?

Come si apprende dall’Organizzazione mondiale della Sanità “Ad oggi – alla data della pubblicazione del 6 novembre – sei paesi, vale a dire Danimarca, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Stati Uniti ed Italia hanno segnalato la SARS-CoV-2 nei visoni d’allevamento all’Organizzazione mondiale per la Salute animale”.

Dunque, da tale informazione può esserne desunta conseguenzialmente anche un’altra: ovvero, che a tale questione il nostro paese non sembra essere immune. Con un video la Lega Anti Vivisezione, ricordando un episodio di due positività rilevate su visoni nell’allevamento di Capralba a Cremona durante il mese di agosto, ha ambivalentemente posto l’accento sulla problematica corrente relativa alla trasmissibilità e mutazione del virus e alla condizione degli animali: “I nuovi drammatici filmati, girati in piena emergenza pandemica, mostrano condizioni di privazione di migliaia di visoni d’allevamento, e non solo – è il commento di corredo alle immagini girate – La nuova video-denuncia si ‘arricchisce’ di un altro elemento sensazionale: gli operatori violano sistematicamente le norme di biosicurezza finalizzate ad evitare l’introduzione del coronavirus in questi allevamenti”.

Secondo i dati pubblicati dalla Lega, in Italia ad oggi risultano aperti 8 allevamenti per un totale di 100mila visoni: 3 in Lombardia, 2 in Veneto, 2 in Emilia Romagna ed 1 in Abruzzo.

Il link al video della Lega Anti Vivisezione

Foto di Jo-Anne McArthur; fonte unsplash.com

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