Un’oasi nel deserto.
Il progetto
L’edificazione dell’impianto è avvenuta in maniera molto rapida, quasi come se la Juventus avesse fretta di dimenticare il recente passato e volesse proiettarsi di getto verso l’immediato futuro. Sancita la demolizione del Delle Alpi nel marzo 2008, lo stadio è stato battezzato da una partita amichevole contro gli inglesi del Notts County, l’8 settembre 2011. La Juventus era cosciente che per tornare ai suoi antichi fasti, doveva guardare in avanti; ed ha puntato a un progetto dal bassissimo impatto ambientale e dall’incredibile contenimento dei costi: appena 120 milioni spesi per la sua edificazione. Un progetto quasi utopico in Italia.
Meno posti, più entusiasmo
Paradossalmente, il ridimensionamento dell’impianto precedente, con 61mila posti a sedere, è stato un passaggio necessario per l’ottimizzazione delle risorse. I 41mila sediolini a disposizione dei tifosi rappresentano una scommessa ragionata: la spinta del pubblico deve essere costante e la vicinanza con il campo, di stampo inglese, permette un’amplificazione del supporto dei tifosi, che per la prima volta sembrano essere davvero il dodicesimo uomo in campo per la società torinese. I dati sull’affluenza sono chiari: negli ultimi tre anni lo Juventus Stadium è stato lo stadio più riempito d’Italia, con una media di 38mila spettatori a partita, all’incirca il 93% dei posti disponibili.
Risultati immediati
Lo Stadium rappresenta la svolta per le casse dei bianconeri. Secondo dati raccolti da Deloitte durante il 2011, quando le partite casalinghe si disputavano all’Olimpico, la Juventus ricavava dallo stadio appena l’8% delle sue entrate totali, piazzandosi all’ultimo posto tra le grandi d’Europa. Attraverso uno stadio di proprietà, la società bianconera si è assicurata praticamente tutti i ricavi derivati dalle numerose attività presenti nell’installazione: i proventi della stagione 2013-14, che riguardano solo le presenze dei tifosi allo stadio, ammontano a circa 40milioni di euro. È la metafora della rinascita della Vecchia Signora, che si riscopre giovane nella sua nuova casa che spicca come un’oasi nel deserto calcistico italiano.