In tempi di crisi bisogna fare economia. E come una famiglia elimina quelle che sono ritenute le spese extra, non necessarie, il governo italiano analizza gli sprechi della politica ma definisce tagli all’istruzione e alla cultura considerate, evidentemente, un extra. Un paese che non punta sulla formazione dei propri giovani non può dirsi lungimirante. I continui tagli all’istruzione, alla ricerca e alla cultura depauperano quello che è il giovane capitale umano ogni anno sempre più esiguo viste le continue fughe all’estero. Le valigie di cartone tanto care ai nostri avi che attraversavano l’Atlantico in nave in cerca di fortuna lasciano il posto a zainetti compatti da stipare nei vani portabagagli di voli low-cost. I “nuovi migranti” cercano gloria ed affermazione in posti dove istruzione e ricerca sono le basi fondamentali dello sviluppo socio-economico.
“La scarsa considerazione che la nostra classe politica e in particolare quella più recente riserva all’istruzione, all’università e alla ricerca è la conseguenza del basso livello culturale della gran maggioranza degli eletti in parlamento”. Se lo diceva Margherita Hack c’è da crederci.