“L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” sta facendo parlare e sognare. Nel film prodotto da Netflix viene raccontata l’idea dell’ingegnere bolognese Giorgio Rosa di creare una piattaforma fuori dalle acque nazionali, al largo della costa tra Rimini e Cesenatico. Un pezzo di Stato fuori dallo Stato, dichiarato Nazione indipendente nel maggio del 1968.

Un sogno di 52 giorni

Il sogno di creare una piccola Repubblica lontano dalle soffocanti leggi italiane durerà 52 giorni. Come ha raccontato lo stesso Rosa, l’idea, nata anche grazie ad una conversazione con un professore di Diritto Internazionale dell’Università di Bologna, era di sfruttare il turismo della Riviera in crescita, vendere benzina senza le accise, aprire un bar e anche un ufficio postale. E la cosa avrebbe retto perché dove c’è libertà c’è ricchezza.

I lavori per far nascere questa piccola isola avevano preso il via già nel 1960, arenandosi nel 1962. Ma i progetti di Giorgio Rosa andarono avanti, e il 20 agosto 1967 l’isola fu completata e aperta al pubblico. La piattaforma, grande circa 400m quadrati, fu libera solo in quello scampolo di estate, nel 1967.

L’indipendenza

Ma i problemi vennero dopo. Il primo maggio 1968, il Presidente Giorgio Rosa dichiarò l’indipendenza dell’isola dal resto dell’Italia. Da quel momento non ci volle molto perché decine e decine di militari raggiungessero la piattaforma, occupandola il 25 giugno 1968. Rosa provò a mettersi in contatto con il suo parigrado italiano, Giuseppe Saragat, lamentandosi della violazione della sovranità della micro-nazione e la ferita inflitta al turismo con l’azione armata, venendo totalmente ignorato.

La storia di questa piattaforma a 500m al di là delle acque territoriali italiane era ormai divenuto un affare di Stato e internazionale. Ci furono due interrogazioni da parte di parlamentari, e Giorgio Rosa provò a seguire ogni via legale per salvare la sua isola.

L’occupazione e la caduta

L’occupazione italiana della piattaforma terminò l’11 febbraio 1969, quando dei sommozzatori della Marina Militare piazzarono oltre 600 chili di esplosivo per far implodere l’isola. Ma questa non cadde. Ci vollero altre cariche per far crollare la struttura, che cedette definitivamente solo a causa di una burrasca, settimane dopo. Fu il mare a mettere la parola fine alla storia dell’Isola delle Rose.

La Repubblica di Cospaia

Per quanto incredibile, quello di Giacomo Rosa non è un caso isolato. La storia è piena di minuscole micro-nazioni, alcune decisamente strambe, altre con finali drammatici. Probabilmente la madre di tutte le micro-nazioni è la Repubblica di Cospaia, uno Stato minuscolo, indipendente, che è esistito per quasi 400 anni, nato nel 1441 per un errore nel tracciamento dei confini tra lo Stato della Chiesa e quello che in seguito divenne il Granducato di Firenze.

Nacque così la storia della Repubblica più piccola del mondo. Per farvi capire la stranezza di questo evento, parliamo di un lembo di terra nel cuore degli Appennini, di circa 300 ettari, al tempo abitato da 250 persone. La Repubblica divenne il cuore della coltivazione del tabacco in Italia e ciambella di salvataggio per contrabbandieri e ricercati dai due grandi Stati che confinavano con la piccola Cospaia.

Solo nel giugno del 1826 la Repubblica entrò a far parte dello Stato della Chiesa. Oggi il territorio di questa micro-nazione sopravvissuta per secoli fa parte del territorio di San Giustino, in provincia di Perugia.

Freedomland

Chi ha avuto una vita più breve ma sicuramente più burrascosa è il territorio libero di Freedomland, una micro-nazione costituita su alcune isole all’interno del piccolo arcipelago delle Spratly, nel Mar Cinese Meridionale. Alla fine degli anni ’40, i fratelli Filemon e Tomas Cloma si imbatterono in questa porzione di terra nel mare, non registrata sulle mappe e praticamente territorio di nessuno.

I due, assieme ad un gruppo di uomini, iniziarono l’esplorazione per poi prendere possesso formale delle isole l’11 maggio 1956. Pochi giorni dopo Tomas Cloma pubblicò il suo avviso al mondo intero, dichiarando l’istituzione di Freedomland. La cosa non andò giù a Pechino, che diede fuoco alle proprietà costruite a Freedomland, imponendo alla terra libera di firmare un accordo sulla proprietà delle piccole isole.

I due fratelli Cloma chiesero supporto al Governo delle Filippine, loro nazione natia, ma le cose non andarono esattamente come speravano. Nel 1972 il dittatore filippino Ferdinand Marcos incarcerò Tomas Cloma per 4 mesi, con l’accusa di aver impersonato un ufficiale militare. Due anni dopo, l’uomo che aveva scoperto quelle isole fu costretto a firmare un documento per trasmettere tutti i diritti sulla micro-nazione di quel territorio, che divenne, di fatto, parte delle Filippine.

Il Regno di Talossa

Alcune di queste micro-nazioni sembrano frutto di uno scherzo o dell’idea di qualche sceneggiatore di commedie, e la palma per il caso più strano la diamo alla storia che arriva da Milwaukee, negli Stati Uniti. Il 26 dicembre 1979, il quattordicenne Robert Ben Madison decide che la sua camera da letto sarà il Regno di Talossa, e si autoproclama re Robert I.

Il Regno di Talossa, negli anni, ha rivendicato diversi luoghi della zona di Milwaukee, ma ovviamente le Nazioni Unite, o qualsiasi altro Stato, non hanno mai riconosciuto questa micro-nazione. Re Robert I, nel 2005, ha deciso di sciogliere il Regno, ma Talossa è ancora attiva, con oltre 200 persone che si definiscono i suoi cittadini.

Il Principato di Sealand

L’impresa più simile a quella dell’Isola delle Rose è sicuramente la storia del Principato di Sealand. Qui, però, il protagonista, Roy Bates, non dovette costruire dal nulla la piattaforma: infatti, trovò tutto già pronto. Semplicemente, andò ad occupare una fortezza militare della Marina britannica, abbandonata dopo la seconda guerra mondiale.

Lo Stato indipendente proclamato da Bates ha però una particolarità rispetto alle altre micro-nazioni: vide addirittura un colpo di Stato. Mentre il sovrano era lontano dal suo Principato, il suo primo ministro attuò un golpe con l’obiettivo di trasformare la piattaforma in un hotel di lusso. Una vera azione militare che culminò con la presa in ostaggio del figlio di Bates, Michael.

Il principe tornò alla carica, arruolò un manipolo di mercenari e prese in affitto alcuni elicotteri d’assalto per riprendersi il suo trono. Rilasciarono tutti i rivoltosi, tranne l’ideatore del golpe. Sembra incredibile, ma la Germania si trovò costretta a inviare un diplomatico sulla piattaforma per trattare il rilascio. Bates interpretò questa visita come un chiaro riconoscimento del suo Principato, e rilasciò il prigioniero.

Dopo la morte dei genitori, Michael Bates è divenuto il Principe di Sealand. Nel 2007 ha deciso di vendere la piattaforma per 750 milioni di euro, ma non è riuscito nell’intento. Ultimamente, questa micro-nazione è tornata alla ribalta delle cronache perché, dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, il Principato ha ricevuto diverse richieste di cittadinanza da parte di britannici fortemente contrari alla Brexit.

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