“Rivoluzione non ha portato maggiore libertà in Tunisia”.
Lina Ben Mhenni è un’attivista tunisina, blogger (una delle poche blogger a usare il suo vero nome piuttosto che uno pseudonimo) che ha seguito sin dall’inizio la rivoluzione tunisina. Il suo blog, “A Tunsian Girl” è stato censurato sotto il regime di Ben Ali. Oggi vive sotto scorta poliziesca per le minacce ricevute.
Lina, a che punto sono oggi le libertà di espressione e di stampa in Tunisia?
Oggi in Tunisia puoi dire quello che vuoi anche se devi aspettarti di ricevere minacce ed intimidazioni. Quando si parla della stampa occorre ricordare che la stampa tunisina non è una stampa indipendente, è una stampa manipolata dai partiti politici, dalle lobbies, da influenti uomini d’affari. Negli ultimi tempi poi ne abbiamo avuto una riprova lampante. La stampa non fa assolutamente gli interessi del popolo ma esclusivamente quelli di pochi ed influenti privati e dei partiti politici.
Rispetto ad altri paesi del mondo arabo attraversati da rivolte la Tunisia ha avuto un percorso sì tormentato ma meno sanguinoso. Quanto è lontana la democrazia?Ogni paese fa storia a sé ed è difficile fare paragoni. E’ certo che la Tunisia, tra i paesi in cui il popolo si è rivoltato contro le dittature, è quella in cui s’è versato meno sangue. Nonostante ciò non credo che la Tunisia si stia incamminando sulla strada che la porterà a diventare una democrazia compiuta.