Oltre 360 arresti rappresentano le prime conseguenze immediate ad Hong Kong a seguito dell’approvazione della legge sulla sicurezza nazionale da parte del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo – organo cinese –, ponendo fine alla relativa autonomia giudiziaria nell’ex colonia britannica.
Ma l’applicazione della legge non ha lasciato le diplomazie del Mondo indifferenti. Tra le nazioni contrarie e coloro che plaudono all’iniziativa – per le prime il Giappone, tra le seconde Cuba –, negli Stati Uniti lavorano ad una legge per l’inasprimento delle sanzioni nei confronti della Cina e nel Regno Unito il governo ha annunciato l’offerta della residenza e della cittadinanza britannica per gli attuali cittadini dell’ex protettorato.
Londra offre la cittadinanza
Il primo ministro britannico ha definito l’atto formale come una violazione rispetto a quanto deciso nel 1985. In quell’anno infatti il patto noto come “Sino-Britannico” formalizzava la rinuncia inglese all’ex colonia e l’avvento della sovranità statale cinese nel rispetto del principio noto come “un paese, due sistemi”.
Pertanto, il Regno Unito offrirà la cittadinanza ad oltre 3 milioni di cittadini di Hong Kong. Secondo le misure straordinarie del governo, a circa 350mila possessori di passaporto britannico ma residenti ad Hong Kong e ad altri 2,6 milioni di individui ritenuti idonei sarà offerta la possibilità di trasferirsi nel Regno Unito per un periodo di 5 anni. Successivamente dopo un ulteriore anno, si potrà accedere alle pratiche per la cittadinanza.
Dagli anni Ottanta coloro che posseggono passaporto d’oltremare ad Hong Kong vivono uno status speciale attraverso il quale possano fare ingresso nel Regno Unito ma rimanervi senza visto per sei mesi.
Stati Uniti verso nuove sanzioni
Dall’altra parte dell’Atlantico, la Camera dei Rappresentanti ha approvato all’unanimità nuove sanzioni nei confronti dell’economia cinese. Il tentativo specifico perseguito sarà penalizzare quegli istituti bancari che conducono interazioni di tipo commerciale con funzionari del gigante asiatico.
L’iter di approvazione devia adesso verso il Senato ed infine con l’apposizione della firma da parte del presidente americano Donald Trump.
Foto di Leung Yattin; fonte foto unsplash.com
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