L’insegnamento a distanza impedisce l’evoluzione della materia.
Il rapporto fra docente e allievo, oltre a rendere comunque più interessante e facile l’esperienza dell’apprendimento e probabilmente quella dell’insegnamento, può migliorare e implementare l’oggetto stesso dell’insegnamento proprio grazie al dialogo che viene, o almeno dovrebbe venire, a crearsi fra docente e discepoli. È, infatti, proprio dal dubbio sulla precedente dottrina e dalla disobbedienza o dalla trasgressione rispetto alla precedente regola che si genera l’evoluzione. Affinché ciò avvenga, però, è necessario che ci sia un confronto diretto, anche uno scontro, fra la vecchia dottrina e la nascente o almeno fra i rappresentanti di esse. Il confronto, o scontro, diretto ha bisogno, a sua volta, che l’insegnamento e quindi la trasmissione del sapere avvenga altrettanto in modo diretto, concreto e reale. Se è vero, come sostiene Chris Pirie, l’uomo che è riuscito a guidare la transizione della Oracle dall’insegnamento in classe all’e-learning, che “nel vecchio mondo un insegnante poteva influire sulle vite di circa 24 persone a settimana. Su Internet è possibile aiutarne migliaia”; è anche vero che influirà trasmettendogli esclusivamente il proprio sapere e quindi, impendendo ad essi di correggerlo, modificarlo e confutarlo, non creerà in loro coscienza critica verso quella materia.