Che fine fanno il pane del giorno rimasto invenduto, piuttosto che le pizzette al taglio del forno sotto casa o i polli allo spiedo del girarrosto all’isolato affianco, avanzati in una serata piovosa e fredda? La risposta ovvia è che vanno a finire dritti nel cesto dell’immondizia. Quanto costa ad un negoziante il cibo diventato rifiuto? E ancora, questo rifiuto quanto inquina? Probabilmente sono domande, almeno la prima, balenate nella testa di molti, ma in quella del cinquantacinquenne Francesco Ardito hanno trovato non tanto una risposta quanto una soluzione: un’app che mette in contatto il negoziante con il consumatore al quale il primo può vendere, nel giro di poche ore e a prezzo scontato, i propri prodotti. Così, con la benedizione del Politecnico di Torino, è nata Last Minute Market Sotto Casa, una start up innovativa a vocazione sociale che in due anni ha fatto incetta di premi nazionali e internazionali, tra questi, due in denaro, uno riconosciuto dall’Unione Europea e un altro qui in Italia da Edison. Non solo, ha ricevuto sostegno economico anche da Torino Social Innovation e da un business angel (investitore informale che scommette su una start up promettente) che ha comprato una piccola quota della società.

«Il sistema è semplice – spiega Francesco Ardito, co-fondatore della start up – in quanto il commerciante si iscrive a Last Minute Market Sotto Casa e inserisce le sue offerte. Dall’altra parte ci sono gli utenti, che si iscrivono selezionando la tipologia di prodotto cui sono interessati e il raggio di chilometri, a partire dal proprio indirizzo di casa, entro cui quel prodotto deve trovarsi. Ed ecco che ci si vede arrivare sul proprio smartphone l’offerta del macellaio della zona, di cui magari si ignorava l’esistenza, che mette in sconto la sua carne, o della salumeria a due passi da casa o ancora del pescivendolo».

Chi ci guadagna in questo sistema? Tutti. Il commerciante che, diversamente, sarebbe costretto a buttare nella pattumiera i suoi prodotti, l’utente che risparmia sulla spesa e, non ultimo, l’ambiente che vede ridurre la quantità di rifiuti, stimata nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio Nazionale Waste Watcher in 145 chilogrammi all’anno, e il conseguente inquinamento determinato dalla loro produzione.

«Ci siamo resi conto che i negozianti – continua il co-fondatore – non hanno una stima esatta delle perdite economiche derivanti dall’eccedenza di cibo. Aiutandoli con una semplice intervista, hanno iniziato a farsi due conti in tasca comprendendo che possono recuperare qualche soldo con questo sistema del last minute. Inoltre, vedono entrare nel negozio nuovi clienti e dunque aumentano la possibilità di incrementare le vendite, dato che molti nostri iscritti ci stanno confermando».

Dopo due anni di rodaggio l’app è stata aggiornata e dal 10 febbraio scorso è disponibile una nuova versione, più usabile e con la possibilità per l’utente di essere seguito ossia di poter ricevere le offerte ovunque si trovi. Un’altra recente novità è che l’app, sempre gratuita per gli utenti, è stata resa a pagamento per i venditori che, dopo averla sperimentata a costo zero, possono acquistarla ad un prezzo molto accessibile.

Al momento sono registrati a LMSC 1200 commercianti e 65.000 utenti, anche non proprio giovani, con una ramificazione particolarmente forte a Torino e a Milano, grazie anche alla recente partecipazione della multinazionale francese Up Groupe, leader nel settore dei buoni pasto, diventata socio di minoranza.

«Non siamo affatto messi male dal punto di vista economico – precisa Francesco Ardito – il nostro obiettivo ora è espanderci a Bologna, dove già stiamo lavorando sodo, a Roma e perchè no, anche a Napoli dove l’Amminstrazione Locale ha mostrato molto interesse verso il nostro progetto. Inoltre bolle in pentola la possibilità di sbarcare in Spagna e Portogallo».

E considerati i numeri, non solo dei fruitori dell’applicazione, ma anche dei dipendenti della start up, che in due anni sono aumentati di otto unità, non c’è alcun dubbio che Last Minute Sotto Casa riuscirà a conquistare molte altre città e paesi perchè le buone idee vanno e devono andare sempre avanti, soprattutto se fanno anche bene all’ambiente.

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