Forme e colori. Moduli di fattezze diverse. Cerchi ipnotici, archi colorati, torri cilindriche, basamenti quadrati, timpani triangolari: vere e proprie costruzioni a grandezza reale per dar vita ad un “giardino d’infanzia”.
No, non è il sogno di un bambino, bensì il mix dal quale prende forma l’installazione di Daniel Buren (realizzata in collaborazione con l’architetto Patrick Bouchain). L’artista francese, presente al Madre con la mostra “Come un gioco da bambini, lavoro in situ”, dal 24 aprile scorso, e fino al 31 agosto, accoglie i visitatori nella grande sala al piano terra, trasformata, grazie ad un centinaio di colorati solidi geometrici, in uno spazio ludico all’interno del quale potersi inoltrare liberamente. La composizione di moduli, le cui forme sono state scelte facendo riferimento agli studi del pedagogo tedesco Friedrich Wilhelm August Fröbe, permette al visitatore, esplorando, di ritrovarsi di fronte ad una realtà in potenza, che gli permette di ricostruire il mondo intorno a sé con un rinnovato stupore e una meraviglia puerile.
Gli studi del pedagogo Friedrich Wilhelm August Fröbe hanno messo in luce quanto determinate forme geometriche esaltino, più di altre, le potenzialità conoscitive del gioco rispetto al linguaggio, inducano il bambino alla scoperta partecipata della realtà e delle proprie capacità espressive, stimolando facoltà come la percezione, l’esercizio tattile, la costruzione e la decostruzione.